Riorganizzazione della Polizia delle Frontiere. Esito incontro del 13 Febbraio 2020

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Nella mattinata odierna, presso il Dipartimento della P.S., si è tenuta una riunione relativamente alla riorganizzazione della Polizia delle Frontiere presieduta dal Prefetto Luigi Savina e dal Direttore Centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere Prefetto Massimo Bontempi.
In apertura dell’incontro il Prefetto Bontempi ha delineato quello che l’Amministrazione ritiene debba essere l’assetto organizzativo futuro della Polizia delle Frontiere:
■ Rimodulazione della Zona P. di F. di Milano. In considerazione del rilievo che assume il fenomeno della Cooperazione Transfrontaliera per la gestione dei movimenti secondari, si propone l’estensione delle competenze territoriali della Zona P. di F. di Milano all’intero confine di Stato con la Svizzera (ad eccezione del Passo del Gran S. Bernardo e di Malles Venosta), al fine di individuare un interlocutore unico per le collaborazioni con le omologhe Autorità elvetiche. In tal modo, si ridelineano le competenze della II Zona così da assicurare una interlocuzione unitaria con le omologhe Autorità dello Stato confinante (Zona Lombardia – Alto Piemonte sul confine italo/svizzero).
■ Accorpamento dell’Ufficio Polizia di Frontiera marittima di Trieste con il Settore Polizia di Frontiera Terrestre di Trieste con contestuale istituzione di un unico Ufficio di livello dirigenziale;
■ Accorpamento dell’Ufficio Polizia di Frontiera aerea di Napoli Capodichino con l’Ufficio Polizia di Frontiera marittima di Napoli con contestuale istituzione di un unico Ufficio di livello dirigenziale;
■ Istituzione Settori Polizia di Frontiera Terrestre di Bardonecchia e Brennero;
■ Rimodulazione della Sottosezione Polizia di Frontiera Terrestre Traforo Gran S. Bernardo con assegnazione delle funzioni sulla linea di confine al Settore Terrestre di Aosta);
■ Assegnazione delle funzioni di Polizia di Frontiera alle Questure territorialmente competenti per ciò che riguarda gli Uffici di Polizia di Frontiera marittima di La Spezia, Gioia Tauro e Taranto e gli Uffici Polizia di Frontiera aerea di Brescia e Parma che verrebbero soppressi;
■ Elevazione della V Zona Polizia di Frontiera di Roma a livello di Dirigente Generale della Polizia di Stato;
■ Elevazione dell’Ufficio Polizia di Frontiera Aerea di Fiumicino a livello di Dirigente Superiore della Polizia di Stato;
■ Istituzione del Settore Polizia di Frontiera Terrestre di Bardonecchia;
■ Trasformazione del Commissariato P.S. Brennero in Settore Polizia di Frontiera Terrestre;
■ Soppressione della Sottosezione Polizia di Frontiera Terrestre Gran S. Bernardo con trasferimento del personale che vi presta servizio presso il Settore Polizia di Frontiera terrestre di Aosta
■ Rimodulazione dell’organico complessivo della Polizia di Frontiera dalle 4.632 unità effettive al 30.3.2018 a 5.299 unità di cui 32 operatori dei ruoli tecnici, con un incremento di 667 operatori dei ruoli ordinari.
La Federazione COISP ha criticato fortemente l’intero impianto di riorganizzazione sia per quanto attiene alle progettualità dei presidi territoriali che vedono un sostanziale decremento nei porti ed aeroporti del Paese sia per quanto attiene le progettualità che attengono alla distribuzione dei posti funzione per gli appartenenti al Ruolo Dirigenziale e del personale appartenente a tutti gli altri ruoli della Polizia di Stato con Uffici di rilevanza strategica in cui non è previsto in organico alcun appartenente al ruolo degli Assistenti ed Agenti con ciò incredibilmente immaginando che negli Uffici di Zona le funzioni esecutive dovranno essere svolte da Ispettori e Sovrintendenti con un appiattimento funzionale inaccettabile ed anacronistico.
Decise disapprovazioni sono state inoltre espresse anche in merito alla distribuzione dei posti di funzione assegnati ai Primi Dirigenti che appaiono distribuiti senza una logica di sistema ma unicamente fotografando l’attuale distribuzione senza tener conto degli organici diretti e delle competenze funzionali correlate ai particolari contesti operativi.

La Federazione COISP ha criticato fortemente il Prefetto Bontempi per i contenuti del progetto di riorganizzazione soffermandosi su alcune situazioni che sono emblematiche rispetto all’insostenibilità dello stesso.
In particolare questa O.S. ha ricordato che la Polizia di Frontiera Marittima di Trieste si occupa dei controlli di frontiera esterna Schengen, verificando che tutte le persone e i mezzi che l’attraversano rispettino le condizioni previste dalla normativa comunitaria ed italiana, nonché della sorveglianza della fascia confinaria pari a 24 km di una costa molto articolata. Ha quindi aggiunto che il porto di Trieste è suddiviso in 5 macro-aree ed è in grande crescita, in termini di traffici e di espansione territoriale; è zona franca extra-doganale dove è possibile tenere le merci in deposito provenienti da tutto il mondo senza limiti di tempo e dover pagare subito i dazi. Ha poi sottolineato che detto porto risulta già essere:
– il 1° porto in Italia e 11° in Europa per il tonnellaggio delle merci trattate;
– il 1° porto in Italia per il traffico merci gestito a mezzo ferrovia (con l’Austria, la Germania, Lussemburgo, Belgio, Ungheria, Slovacchia e Rep. Ceca);
– il 1° porto nel Mediterraneo per la quantità di traffico di prodotti petroliferi…
… oltre agli aspetti relativi ai recenti accordi internazionali con la Cina il cui fulcro commerciale si incentreranno proprio nel porto di Trieste.

Tutto ciò è stato incredibilmente ritenuto irrilevante…


La Federazione COISP ha poi contrastato l’analoga previsione di accorpamento a cui sarebbe destinata la Polizia di frontiera Marittima di Napoli che rappresenta “soltanto” il secondo porto italiano per traffico passeggeri con 9.800.000 passeggeri l’anno nonché un settore commerciale che è tra i più rilevanti in Italia ed in cui è inaccettabile arretrare.

Dopo aver quindi motivato l’inopportunità di accorpare la Frontiera Marittima di Trieste e quella di Napoli con i relativi Settori di Frontiera Terrestre, la Federazione COISP ha proposto l’elevazione alla qualifica di Primo Dirigente del posto funzione del dirigente della Frontiera Aerea di Palermo, in virtù della complessità del citato scalo aereoportuale che già nel 2019 ha visto transitare circa 5 milioni di passeggeri.

Nel merito delle chiusure degli uffici di Polizia di Frontiera Terrestre e Marittima contenuti nel progetto con contestuale devoluzione dei compiti alle Questure territorialmente competenti, la Federazione COISP ha evidenziato come abbandonare contesti particolarmente rilevanti per la sicurezza del Paese quali sono i porti ed aeroporti alcuni dei quali insistono su territori fortemente aggrediti dalla criminalità organizzata, costituisca un errore strategico come è una pia illusione che inviare 10/15 Poliziotti in una Questura che ha carenze d’organico di centinaia di operatori possa poi consentire ai Questori di predisporre anche idonei servizi di Polizia di Frontiera negli ambiti portuali e territoriali.

La Federazione COISP al termine dell’incontro ha ritenuto necessario evidenziare che il confronto su tali importanti tematiche debba essere portato all’attenzione del vertice del Dipartimento della P.S. e del Dicastero dell’Interno.

Roma, 13 febbraio 2020

La Segreteria Nazionale della Federazione COISP

 

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