Arma dei Carabinieri e “Rete Cyber”. Lettera al Ministro dell’Interno e al Capo della Polizia

2010

Roma, 3 luglio 2023

AL SIGNOR MINISTRO DELL’INTERNO
Prefetto Matteo PIANTEDOSI
e, per conoscenza:
AL SIGNOR CAPO DELLA POLIZIA
DIRETTORE GENERALE DELLA PUBBLICA SICUREZZA
Prefetto Vittorio PISANI

OGGETTO: Arma dei Carabinieri e “Rete Cyber”

Preg.mo Signor Ministro,
abbiamo appreso con stupore che, con decreto del 20 giugno scorso, il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri ha istituito con decorrenza 1° settembre p.v. “la Rete Cyber” al fine di “implementare le potenzialità nel campo della cyber investigation e della digital forensic”.
Ora, che la crescita professionale ed il miglioramento delle capacità investigative di tutte le Forze di Polizia siano di estrema importanza per un efficace ed efficiente contrasto della criminalità è fatto assolutamente scontato. Ciò che invece occorre comprendere è se la creazione di specifici Uffici “Cyber” abbia l’ambizione di “conquistare” competenze assegnate alla Polizia Postale e delle Comunicazioni dalle leggi, non da ultimo dal decreto del Ministro dell’Interno del 15 agosto 2017 relativo ai comparti di Specialità delle Forze di Polizia. Così, mentre si attende da tempo la istituzione della Direzione Centrale della Sicurezza Cibernetica, sempre annunciata ma ad oggi non realizzata, ecco che, come spesso accade in Italia, qualcuno tenta di fare un sorpasso.
Signor Ministro, lo scriviamo in assoluta buona fede e senza gelosie di “giubba”: la preminenza e la esclusività in determinati ambiti e settori assegnati alle Forze di Polizia è un bene da difendere nell’interesse di tutti. Mentre la Polizia di Stato da sempre assicura con rigore l’osservanza delle direttive in questo ambito … altri forse non hanno lo stesso scrupolo.
Ogni investigazione, dalla più bagattellare alle più delicate ed importanti, oggi deve necessariamente fruire di una conoscenza basilare del mondo della Rete da parte dell’investigatore, pertanto l’operatore in servizio al Commissariato o alla Stazione dei Carabinieri o quello impiegato nei Reparti prettamente investigativi deve avere un tale minimo bagaglio di conoscenza, anche nel campo della cosiddetta digital forensic. A tal fine, non è necessario creare Reparti ad hoc ma occorre solamente diffondere una “cultura informatica” implementando gli aggiornamenti professionali del personale.
Da ciò ne consegue che la creazione di una “Rete Cyber” appare, evidentemente, come un tentativo di accesso in competenze che la legge non assegna all’Arma dei Carabinieri.
Ci piacerebbe conoscere quale sarebbe la reazione del Comando Generale dei Carabinieri alla istituzione di un reparto della Polizia di Stato per la tutela dei beni ambientali o della sanità o del patrimonio artistico.
Certi di un Suo approfondimento sulla vicenda, si coglie l’occasione per rinnovare i più profondi sentimenti di stima.

Il Segretario Generale del COISP
Domenico Pianese

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