Settore Polizia di Frontiera di Ventimiglia, diritto di accesso ai documenti amministrativi. Una legge di trent’anni fa che è incredibilmente ancora sconosciuta o dolosamente ignorata

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Roma, 20 gennaio 2021

MINISTERO DELL’INTERNO
DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
SEGRETERIA DEL DIPARTIMENTO
UFFICIO PER LE RELAZIONI SINDACALI
c.a. Signor Direttore, Vice Prefetto Maria De Bartolomeis

OGGETTO: Settore Polizia di Frontiera di Ventimiglia.
Diritto di accesso ai documenti amministrativi – Una legge di trent’anni fa che è incredibilmente ancora sconosciuta o dolosamente ignorata.

Preg.mo Direttore,
ci troviamo obbligati a chiedere un Suo intervento finalizzato a porre definitivamente termine al mancato rispetto della normativa che disciplina l’accesso ai documenti amministrativi, una sconoscenza delle norme oppure una incomprensibile e illegittima attività volta ad osteggiare le istanze di accesso del personale. Perché delle due solo una è possibile … e comunque sia è davvero inaccettabile.

La normativa sul “diritto di accesso ai documenti amministrativi” risale ad oltre trent’anni addietro (legge 241/90) e nel tempo la trasparenza amministrativa ha assunto rilevanza notevolissima nell’ordinamento italiano ed europeo, tanto da assurgere a colonna portante dell’integrità della pubblica amministrazione. Non può esservi Amministrazione efficiente in mancanza di trasparenza, come non può esservi legalità e prevenzione della corruzione in presenza di condotte opache. Ogni pubblico amministratore dovrebbe ormai da tempo aver condiviso nei fatti tale principio, tanto da rispettarlo come cosa sacra, quale patrimonio imprescindibile del proprio amministrare.

Qui nessun Poliziotto pretende di scoperchiare chissà quale enorme pentola, sempre che ve ne fossero, ma, ad esempio, il “diritto” alla piena conoscenza del proprio fascicolo personale e del proprio foglio matricolare, insito nel rapporto di lavoro di qualsiasi dipendente, deve valere ovunque anche per le Donne e gli Uomini della Polizia di Stato.
Un Poliziotto chiede al dirigente del suo Ufficio di poter visionare ed acquisire la documentazione presente all’interno di tale suo fascicolo e foglio matricolare … ed il dirigente gli deve concedere l’accesso senza se e senza ma. Addirittura, in luogo della formale richiesta per iscritto, la norma (art. 5 dPR 184/2006) consente anche un accesso informale, semplicemente mediante richiesta verbale che deve essere immediatamente valutata e corrisposta.

Ora, nell’anno 2021 non è più lontanamente ammissibile che un dirigente di Polizia ponga in essere deliberate violazioni del ridetto “diritto”, quasi che le sonore bacchettate e lezioni dai T.A.R. e dalla Commissione per l’Accesso ai documenti amministrativi istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, non fossero servite a nulla.
Eppure proprio questo succede a Ventimiglia, dove il dirigente del Settore Polizia di Frontiera, alla richiesta di un Assistente Capo di accedere al proprio fascicolo personale e foglio matricolare, è arrivato ad affermare che si tratta di «un accesso generalizzato» per poi proseguire con il goffo e banale pretesto costituito dalla richiesta «di indicare per quali documenti intende effettuare l’accesso e per quali intende estrarre copia secondo l’ostensibilità degli stessi»

Chiaramente, per redigere questa risposta di 4 righe ci ha impiegato ben 30 giorni!
Quanto sopra, Preg.mo Direttore, si è verificato sebbene il collega in argomento, nella sua richiesta di accesso, aveva ricordato la sussistenza, da parte sua, di «un interesse in re ipsa ad esaminare il proprio fascicolo personale e foglio matricolare talché la motivazione, altrimenti necessaria, in questo caso è implicita e pertanto non costituisce requisito essenziale della domanda» (menzionando al riguardo numerose sentenze della giustizia amministrativa), … ed aveva comunque puntualizzato il suo legittimo interesse ad una ricognizione storica degli atti che lo riguardano al fine di verificarne la corretta tenuta ed eventualmente acquisire elementi che potrebbero rivelarsi utile e/o necessari per attivare iniziative volte alla tutela dei suoi interessi ovvero per avanzare pretese comunque connesse al rapporto intercorso con l’Amministrazione.

Di alcun «accesso generalizzato» poteva quindi trattarsi perché oggetto dell’accesso era il suo fascicolo personale e neppure si doveva specificare quali atti si voleva visionare e quali acquisire, atteso il fatto che una richiesta concernente il “fascicolo personale” chiaramente ricomprende tutto il suo contenuto.

Il collega ha comunque dovuto perdere ulteriore del suo tempo libero per spiegare al dirigente che alcun veto poteva essere posto alla sua richiesta di accesso, richiamando – in aggiunta alle numerose sentenze del Giudice amministrativo che aveva già indicato – finanche una sentenza della Corte Suprema di Cassazione la quale ha rimarcato che «il diritto soggettivo del lavoratore di accedere al proprio fascicolo personale è tutelabile in quanto tale perché si tratta di una posizione giuridica soggettiva che trae la sua fonte dal rapporto di lavoro (arg. ex Cass. S.U. 4 febbraio 2014, n. 2397).
L’obbligo del datore di lavoro di consentirne il pieno esercizio, prima ancora che nella legge n. 675 del 1996 … (… e dal vigente d.lgs. n. 196 del 2003), deriva dal rispetto dei canoni di buona fede e correttezza che incombe sulle parti del rapporto di lavoro ai sensi degli artt. 1175 e 1375 cod. civ.».

Al momento in cui scriviamo non sappiamo ancora se il dirigente del Settore Polizia di Frontiera di Ventimiglia abbia compreso, dopo gli ulteriori chiarimenti offerti dal nostro collega, che costituisce un obbligo studiare bene le norme ed applicarle in maniera corretta piuttosto che cercare di pregiudicare i diritti del personale o rimandarne il dovuto riscontro senza alcun motivo.

Ora, Gent.mo Direttore, forse potevamo anche evitare di interessare direttamente la S.V. su una cosa che potrebbe sembrare di “poco conto” e magari sarebbe bastato far intervenire la nostra Segreteria Provinciale di Imperia presso il direttore della I Zona Polizia di Frontiera di Torino, dal quale il predetto funzionario di Ventimiglia direttamente dipende, che probabilmente sarebbe intervenuto celermente per porre fine all’assurda questione …… ma la vicenda di cui Le abbiamo appena raccontato i termini è un solo esempio di una costante condotta posta in essere o il personale da moltissimi responsabili di Uffici di Polizia. Il Suo stesso Ufficio potrebbe ben testimoniare le innumerevoli volte in cui il COISP, ma di certo anche altri sindacati, è dovuto intervenire per porre fine a spudorati rigetti di istanze di accesso formulate dal personale, e finanche dalle stesse OO.SS., su questioni, come questa dell’accesso al proprio fascicolo personale e foglio matricolare, dove una lapalissiana indicazione offerta dalle stesse norme oltre che copiosa giurisprudenza (quella che i Poliziotti DEVONO sempre conoscere mentre taluni responsabili di Uffici possono ben ignorare … anche quando viene loro espressamente indicata) non hanno mai lasciato spazio alcuno di possibilità di rigetto.

Preg.mo Direttore, il Prefetto Gabrielli, dal giorno in cui ha ricevuto l’incarico di Capo della Polizia di Stato, ha costantemente affermato di avere a cuore le legittime aspettative e richieste di attenzione e giustizia dei Poliziotti ed ha promesso che lui e tutto il Dipartimento avrebbero sempre operato, con professionalità e nel rispetto delle leggi, a favore dei diritti del personale, affinché le Donne e gli Uomini della Polizia di Stato sentissero l’Amministrazione sempre vicina a loro ed alle loro famiglie.
Noi siamo i primi a testimoniare con quanta pervicacia il Capo della Polizia stia mantenendo fede a tale impegno …… e anche noi, essendo nel nostro DNA la propositività e la collaborazione con l’Amministrazione per il bene di essa stessa e di tutti i Poliziotti, siamo intervenuti può dirsi quasi quotidianamente per suggerire, evidenziare, prospettare necessità e bisogni dei nostri colleghi.

Sarà anche atroce come affermazione ma ci creda, Gent.mo Direttore, in alcuni casi per molti Poliziotti è più facile effettuare anche 24 ore di seguito di servizio operativo che avere a che fare con la propria Amministrazione.

L’accesso ai documenti amministrativi è tra le questioni maggiormente travagliate. Seppur – come ripetuto – non si tratta di una recente invenzione ma è risalente a ben trent’anni fa, è certamente l’ora che il Dipartimento emani una circolare chiarificatrice sulla materia ed obblighi alla sua precisa osservanza.

I Poliziotti, Preg.mo Direttore, sono stanchi di vedersi impunemente maltrattati e l’autorevolezza della classe dirigenziale della nostra Amministrazione, dal COISP riconosciuta appieno, non può essere oscurata dalle azioni opache di pochi.
La preghiamo quindi di adottare ogni utile iniziativa tanto per porre fine alla questione sopra indicata che per evitare che analoghe situazioni possano accadere ancora negli Uffici di Polizia.

In attesa di cortese riscontro, l’occasione è gradita per inviare i più Cordiali Saluti.

Il Segretario Generale del COISP
Domenico Pianese

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