Roma, 20 aprile 2020
AL SIGNOR CAPO DELLA POLIZIA
Direttore Generale della Pubblica Sicurezza
Prefetto Franco Gabrielli
OGGETTO: Questura di Venezia – Gravissima attività antisindacale in danno del COISP.
Preg.mo Signor Capo della Polizia
solo pochi giorni fa, lo scorso 3 aprile, abbiamo sentito la necessità di rivolgerci alla S.V. per nsegnalare alcuni comportamenti criticabili posti in essere in modo sistematico dal Questore di Venezia nMaurizio Masciopinto.
L’auspicio era che un Suo autorevole intervento potesse ripristinare quelle corrette relazioni sindacali che devono intercorrere tra chi rappresenta ad ogni livello l’Amministrazione e le Organizzazioni Sindacali, nell’interesse del personale e della stessa Polizia di Stato.
Purtroppo, siamo nostro malgrado costretti a segnalarLe un altro sgradevole e deplorevole atto che è stato compiuto ai danni del COISP con evidente intento ritorsivo per le attività sindacali svolte a tutela del personale.
Appena inviata (e pubblicizzata) la lettera in cui segnalavamo a Lei, stigmatizzandoli, i ncomportamenti del Questore di Venezia, il nostro Segretario Provinciale di Venezia riceve una chiamata dal Vicario del Questore che gli comunica di trovarsi nel corridoio accanto alla sede del COISP ubicata in Questura e lo informa che aveva appena provveduto a tranciare i lucchetti di due armadi di proprietà di questa O.S. rivelandone il contenuto. Il gesto compiuto, che sarà oggetto di apposita comunicazione all’Autorità Giudiziaria competente, è stato immediatamente censurato dal Segretario Provinciale del COISP che telefonicamente esprimeva il proprio vibrato dissenso, diffidando il Vicario dal proseguire nell’attività in essere.
È apparso chiaro a tutti che quanto fatto aveva un unico obiettivo: perpetrare una chiara attività ritorsiva nei confronti di questa O.S., una rappresaglia che doveva costituire un deciso monito nei confronti dei Dirigenti COISP e degli iscritti di questo Sindacato.
Era la stizzita risposta di chi oltre a perdere la necessaria equidistanza nelle relazioni con tutte le organizzazioni sindacali si sta distinguendo per una evidente parzialità gestionale e per una gravissima attività antisindacale.
Signor Capo della Polizia, questo, in maniera dettagliata, l’accaduto:
3 aprile 2020 – Il COISP Le indirizza un appello ad intervenire nei riguardi del Questore di Venezia e tale lettera viene ampiamente pubblicizzata anche attraverso i canali social a tutti accessibili.
Lo stesso giorno il Vicario del Questore si reca nel corridoio della Questura dove è ubicata la Segreteria Provinciale di questa O.S. e fa tranciare i lucchetti di due armadi del COISP posti in una rientranza del corridoio attigua alla porta d’ingresso della nostra Segreteria. Quindi chiama il nostro Segretario Provinciale, gli comunica quanto fatto e che tale attività era finalizzata a liberare il corridoio dai mobili presenti. Dal nostro Segretario Generale Provinciale il Vicario riceve una diffida verbale a proseguire nell’attività. Viene concordato che il successivo 7 aprile sarebbe stato il COISP a rimuovere detti armadi che quindi, per pochi giorni ancora, l’Amministrazione avrebbe lasciato al suo posto.
Giova precisare che nel citato corridoio sono da sempre presenti altri armadi e scrivanie come dimostrano le foto più avanti riportate.
7 aprile 2020 – Come da impegno assunto, il Segretario del COISP di Venezia si reca presso la sede della Segreteria e prende coscienza che i due citati armadi posti nella nicchia erano stati tolti (foto 1). Di fronte, nel corridoio, vi erano due sacchi dell’immondizia di plastica nera che contenevano degli striscioni del COISP che fuoriuscivano e una borsa blu dell’Amministrazione, abbondantemente impolverata, contenente parti di una divisa di cui non riconosceva la proprietà (foto 2 e 3).
Il nostro Segretario Provinciale di Venezia immediatamente contattava il Vicario del Questore e contestava il fatto che nulla di quanto concordato al telefono in precedenza era stato attuato (lasciare il materiale negli armadi chiudendoli in modo provvisorio per qualche giorno).
Preg.mo Signor Capo della Polizia, gli armadi in argomento erano stati buttati ed il materiale del COISP gettato in due sacchi dell’immondizia ma ovviamente tutti gli altri armadi e scrivanie presenti nel corridoio, che si doveva “liberare”, sono rimasti al loro posto e ad oggi sono ancora lì a dimostrare che non vi era alcun altro intento se non quello di inviare un chiaro segnale intimidatorio al COISP ed un messaggio ai Poliziotti veneziani che la legittima attività posta in essere da questa O.S. a loro tutela non restava impunita.
Le immagini sopra riportate sono chiarissime: non vi era alcun intento di svolgere dei lavori di pulizia o di smaltimento di arredi vetusti o comunque di liberare il corridoio dagli stessi.
A parte i due armadi del COISP che peraltro erano gli unici mobili che non davano fastidio in quanto posti in una rientranza del corridoio, tutti gli altri e le scrivanie sono rimasti dov’erano.
Si è trattato di un raid punitivo contro il COISP, una condotta esecrabile, e non rappresentativa dell’Amministrazione … che non intendiamo lasciare impunita.
Con sincera e profonda stima,
Il Segretario Generale del COISP
Domenico Pianese