Roma, 11 maggio 2020
AL SIGNOR CAPO DELLA POLIZIA
Direttore Generale della Pubblica Sicurezza
Prefetto Franco Gabrielli
OGGETTO: Questura di Napoli – Il troppo stroppia.
Preg.mo Signor Capo della Polizia, è necessario iniziare questa nostra non brevissima lettera sottolineando l’impegno grande e costante del COISP rivolto a favorire una quanto più possibile adeguata efficienza di un’Amministrazione che ciascun quadro sindacale di questo Sindacato sente fortemente come propria e quindi da assistere, sostenere e sorreggere, nonché rivolto in eguale misura a garantire il rispetto dei diritti non solo dei nostri iscritti ma di tutte le Donne e gli Uomini della Polizia di Stato.
L’azione dei sindacalisti del COISP è posta in essere con serietà, compostezza e propositività ed è agevolata da una Indipendenza che è una Libertà vera, non come quella che altri possono vantare solo a parole e non riescono a concretizzare nei fatti … una Libertà che riteniamo sia una opportunità per tutti e che per tale motivo salvaguardiamo in ogni modo … una Libertà che anche l’Amministrazione dovrebbe ben tenere a cuore.
Noi non siamo sindacalisti-poliziotti, come alcuni altri si reputano, ma siamo poliziottisindacalisti. Sopra la pelle, cucita ad essa, indossiamo la divisa della Polizia e poi, non dimenticando mai gli obblighi del nostro incantevole mestiere, abbiamo le vesti di rappresentanti dei poliziotti, di coloro che hanno il vantaggio di un confronto ancor più prossimo e diretto con chi guida l’Amministrazione ai vari livelli, di coloro che hanno l’opportunità di far sentire meglio la voce di tanti o anche di un solo collega.
Non siamo tuttavia perfetti, non lo siamo affatto. Come tutti anche noi facciamo di continuo errori. L’unica differenza è che noi, come pochi altri, cerchiamo sempre di farne di nuovi, di non ripetere mai gli stessi. Ci riusciamo, essenzialmente perché non abbiamo alcun imbarazzo a riconoscere quelli fatti e conseguenzialmente ci è più facile evitare di ripeterli.
Ora, Signor Capo della Polizia, quel nostro impegno in principio rimarcato, per non risultare vano, necessita di una Amministrazione che ne comprenda appieno i benefici principalmente per sé stessa, abbisogna di una dirigenza attenta, di una dirigenza che sappia cogliere l’importanza del ruolo propositivo e costruttivo del Sindacato, di una dirigenza che sappia anch’essa ammettere i propri sbagli … senza alcuna necessità che lo faccia mettendo al patibolo chi li commette. Non è quello che noi chiediamo. È sufficiente rimediarvi e non ripeterli.
Ne è pienamente consapevole Lei, Prefetto Gabrielli, che dall’inizio del Suo mandato e tutt’ora, non manca occasione per ribadire a tutti i Suoi collaboratori (i Questori della Repubblica sopra tutti) l’importanza del Sindacato, l’esigenza di cogliere i confronti costruttivi e anche di avviarli, la necessità di saper ascoltare e quella di saper farsi ascoltare, l’esigenza di trovare condivisione piuttosto che imporre le scelte, il dovere di avere cura del personale, l’esigenza di saper essere da esempio per il personale che si ha l’onore di guidare.
Ebbene, alla Questura di Napoli, da parte dell’Amministrazione, viene fatto il contrario di quanto è giusto. Il contrario di tutto ciò che noi e Lei riteniamo sia giusto.
Il 29 aprile scorso accade che un nostro quadro sindacale in servizio presso un Commissariato distaccato della Questura partenopea si rechi a parlare con il dirigente di tale ufficio per rappresentargli le gravi carenze nella gestione contabile degli emolumenti spettanti al personale, che il dirigente gli risponda che avrebbe assegnato un ulteriore dipendente presso il settore in argomento così da risolvere la problematica, che il nostro rappresentante sindacale gli sottolinei che ancor prima del dipendente che il funzionario vorrebbe collocare in ufficio vi erano altri che da anni attendevano di esservi assegnati, tra cui egli stesso, che a quel punto il dirigente lo invitava ad uscire dalla stanza (lo cacciava dal suo ufficio) in quanto – si scoprirà dopo, come si dirà meglio a breve – aveva percepito che la rivendicazione del nostro sindacalista costituisse una minaccia nei suoi confronti e che lo stesso a quel punto stesse agendo a titolo personale e quindi come poliziotto.
Accade che il giorno successivo, il 30 aprile, il nostro Segretario Generale Provinciale di Napoli chiami al telefono il dirigente del Commissariato e che questo immediatamente lo liquidi con la frase “Se ha qualcosa da dire, parli con il Vicario e poi lui parla con me”, che conseguentemente il nostro dirigente sindacale chiami il Vicario del Questore di Napoli e che questo, pur comprendendo le rimostranze di questa O.S. e censurando l’atteggiamento del citato funzionario, si limita a rimandare le responsabilità personali a quel dirigente inottemperante della normativa, specificando inoltre che la mobilità interna era esclusiva prerogativa del dirigente dell’Ufficio.
Accade che dopo breve tempo da tale ultima telefonata il nostro rappresentante sindacale del Commissariato riceva una notifica del suo movimento dal settore Controllo del Territorio alla Vigilanza della Procura ubicata presso il medesimo Comune del Commissariato ma in uno stabile distante circa due chilometri, senza che avesse mai prodotto alcuna domanda in tal senso.
Provvedimento ideato e confezionato nel giro di appena un’ora, cioè immediatamente dopo il confronto verbale fra il nostro Segretario Provinciale di Napoli ed il Vicario della Questura di Napoli.
Accade quindi che la nostra Segreteria di Napoli, con nota di quello stesso giorno 30 aprile, interessi formalmente il Questore di Napoli richiedendo un immediato intervento finalizzato all’annullamento del citato provvedimento di mobilità, specificatamente e dolosamente adottato per limitare ed impedire le prerogative e la libertà sindacale di questa O.S. e accade che il Questore di Napoli risponda in data 4 maggio … in maniera così incredibile come forse nessun altro avrebbe mai fatto.
Dice, in sintesi, il Questore di Napoli:
– Il rappresentante del COISP, nella sua veste di assistente capo coordinatore, avrebbe “legittimamente richiesto e fruito di continui permessi ex L.104 … senza contare i periodi di malattia e di congedo ordinario, creando malumore tra i colleghi del suo turno, poiché ostacolava le richieste degli stessi nella fruizione dei legittimi congedi”. Ciò avrebbe obbligato il dirigente del Commissariato, alcuni giorni prima del 29 aprile (giorno del colloquio con il nostro quadro sindacale), ad “un ragionamento … con il vice dirigente, il vice ispettore responsabile del settore Controllo del Territorio e due commissari, a cui aveva detto che non appena possibile l’assistente capo coordinatore (il nostro rappresentante sindacale) avrebbe svolto il suo servizio su quadranti 8-14 e 14-20, al fine di eliminare alla radice la problematica”.
– “La circostanza che dal 4 maggio, il …(omissis)…, assegnato ai servizi di vigilanza alla Procura, avesse ottenuto la dispensa dal servizio per normativa Covid 19 dall’Ufficio Sanitario, consentiva ndi realizzare nell’immediatezza l’impiego dell’ass.c.c. sui quadranti 8-14 e 14-20 presso la Procura. Tale intendimento del dirigente era stato comunicato al vice dirigente ed ai commissari già il 28 aprile, cioè un giorno prima del confronto con il …(rappresentante COISP)…”
– Il “settore delle Vigilanze alla Procura … fa sempre parte sempre dell’Ufficio Controllo del Territorio, garantendo al predetto un orario più confacente alle sue esigenze personali …”.
– “Con riferimento all’episodio segnalato … una volta ascoltata la problematica segnalata …venivano fornite rassicurazioni in merito … il dirigente aggiungeva che, dal giorno successivo, l’ass. c. tecnico …, avrebbe temporaneamente svolto le sue mansioni presso l’Ufficio AA.GG., affinché non si verificassero tali disguidi …. A questo punto l’ass. c.c. (il nostro dirigente sindacale) assumeva un tono adirato, rivendicando di aver presentato lui stesso da tempo domanda di assegnazione all’ufficio del personale …. Con molta pacatezza, constatato che a quel punto l’ass.c…. non rivestisse più un ruolo di rappresentanza sindacale, in quanto portatore di interessi del tutto personali, veniva spiegato allo stesso che l’ufficio era già saturo di personale. … l’ass.c.c., con tono alterato, tornava più volte a protestare contro la descritta determinazione di gestione del personale, aggiungendo che … si sarebbe rivolto alla sua segreteria provinciale.
A quel punto il dirigente, ritenendo che il comportamento dell’ass.c. avesse esorbitato i limiti della legittima dialettica sindacale, lo invitava ad accomodarsi fuori”.
– “… per quanto concerne la telefonata del Segretario Generale Provinciale, avvenuta in data 30 aprile successivo, il dirigente ha rifiutato il colloquio ritenendo di aver già fornito ampie nspiegazioni al suo segretario sezionale e, pertanto, invitava lo stesso a rivolgersi superiormente”.
Il Questore di Napoli concludeva poi la sua lettera puntualizzando che “rientra nella piena discrezionalità del dirigente attribuire nuovi incarichi”, dilungandosi inutilmente ad affermare che la movimentazione in argomento non viola le norme poste a tutela dei dirigenti sindacali, e affermando che “il provvedimento del dirigente in parola risulta pienamente legittimo, non sussistendo né i requisiti oggettivi né quelli soggettivi di una pretesa condotta antisindacale legata alla nuova assegnazione…”.
Ebbene, Preg.mo Signor Capo della Polizia, la risposta del menzionato Questore ha obbligatoriamente portato ad una replica della nostra Segreteria Provinciale di Napoli la quale, con nota del 7 maggio scorso, ha osservato in maniera comprensibilmente decisa:
– “Il suo compito (riferito al Questore) dovrebbe essere quello di organo super partes deputato a dirimere le controversie cercando di stroncarle sul nascere, ponendo un argine a certi comportamenti/condotte ed evitando che possano sfociare in procedimenti giudiziari …”.
– “… l’oggetto di contestazione non è il nuovo incarico assegnato all’ass.c.c. …, bensì l’allontanamento e contestuale assegnazione ad altro incarico di un dirigente sindacale che ha, presso il Commissariato di …, la carica di Segretario Sezionale, nonché membro del Direttivo Provinciale e che rappresenta in toto questa Segreteria” … “Avrebbe potuto avere un senso, ma anche così molto in extremis, se il nostro rappresentante sindacale fosse stato assegnato ad altro incarico nello stesso stabile ove presta servizio, invece è stato letteralmente allontanato dalla sede del Commissariato, di fatto assegnandolo alla vigilanza del Tribunale, ubicato in altro differente stabile … facendo, questo, venir meno l’occasione del contatto del citato Segretario Sezionale con i propri rappresentati nonché la conseguente possibilità di tutelarne incisivamente gli interessi relativi”.
– “… il fatto stesso che il dirigente abbia ammesso di aver rifiutato il colloquio con il Rappresentante Legale della Federazione Coisp/Mosap ritenendo all’uopo di aver già fornito ampie spiegazioni al suo Segretario Sezionale ed invitandolo a rivolgersi al suo diretto Superiore (Vicario), è un’ulteriore dimostrazione di condotta antisindacale proprio perché lui non è un semplice funzionario addetto, ma il dirigente responsabile di quel Commissariato di provincia e, come tale, ha anche il compito di relazionarsi correttamente con le OO.SS.”.
– Quanto “alla parte in cui si sottolinea che il … si sia rivolto con tono alterato verso il dirigente protestando più volte in merito alla gestione del personale, si rammenta che le relazioni fra l’Amministrazione e l’Organizzazione Sindacale, devono essere contestualizzate nell’ambito della tensione che si sviluppa in seno all’oggetto della discussione, ove è naturale che si riscontri un accentuato antagonismo fra le parti, dove le stesse si trovano in una posizione assolutamente paritaria. Tale situazione sicuramente può essere invisa o poco gradita all’Amministrazione ma è un dato di fatto cristallizzato da norme e sentenze che, per fortuna, nessun Questore o dirigente può derogare” …… ammesso che il nostro Segretario Sezionale avesse tenuto il comportamento denunciato con tono alterato, avrebbe avuto tutte le sue buone ragione.
Ma vi è di più, il … non si è mai rivolto al dirigente con il tono alterato di cui si lamenta, e ciò sarà dimostrato in sede giudiziaria con testimonianze che andranno ad aggravare ancor di più la posizione di quel dirigente della Polizia di Stato”.
– “Quanto al riferimento che il … fosse andato a perorare un interesse prettamente personale e che fosse in quel caso, a parere del dirigente, decaduto dalla veste sindacale, restiamo veramente sconcertati da tale assurda e personale considerazione del … il quale si arroga il diritto di decidere/scegliere quando il suo interlocutore riveste la funzione sindacale e quando invece si sveste di tali panni. Cosa più scandalosa non si poteva sentire, gravata ulteriormente da un Questore della Repubblica che non solo la riporta avallandola e giustificandola ma non decide neanche di censurare tale atteggiamento. …… il Segretario Sezionale non ha fatto altro che chiedere l’applicazione di un principio generale che si estrinseca nelle regole di pari opportunità e del benessere del personale, tutelando quindi i diritti di tutti i poliziotti …, compresi i suoi”.
Il COISP Napoli ha quindi proseguito ricordando al Questore che non può appellare con la qualifica un dirigente sindacale nell’esercizio delle sue funzioni per poi, dopo aver ricordato le previsioni normative con riguardo all’assistenza a persone disabili, puntualizzare la gravissima discriminazione posta in essere dal dirigente del Commissariato e avallata dal medesimo Questore.
Tutto ciò premesso, con la certezza che Lei, Preg.mo Signor Capo della Polizia, spenderà ulteriori minuti del Suo prezioso tempo nella lettura della documentazione qui allegata e prima succintamente esposta, preme a questa Segreteria Nazionale concludere focalizzando un paio di aspetti, l’uno riguardante la vicenda sopra descritta, l’altro concernente le modalità con cui il Questore di Napoli ha inteso ultimamente intrattenere le relazioni sindacali con il COISP, ponendo in essere continui tentativi di delegittimazione di questo Sindacato.
Quanto alla questione in dis
amina, appare alquanto singolare, ma ovviamente non lo escludiamo, che un funzionario di Polizia possegga il dono della preveggenza (il trasferimento del quadro sindacale COISP presso il settore vigilanza della Procura in sostituzione di altro dipendente, dispensato dal servizio per normativa Covid 19, è stato comunicato dal dirigente del Commissariato ad alcuni suoi collaboratori “già il 28 aprile” e realizzato il 30 aprile, guarda caso subito dopo le rimostranze del nostro Segretario Generale Provinciale nei riguardi del Vicario del Questore, quando ancora nulla si poteva sapere che il collega che il nostro avrebbe necessariamente dovuto sostituire sarebbe stato dispensato dal servizio a decorrere dal 5 maggio …cinque giorni dopo) ma è ancor più singolare che tale preveggenza non abbia portato il predetto funzionario e nemmeno il Questore di Napoli ad immaginare i possibili risvolti, anche solo quelli per l’immagine dell’Amministrazione, di una disposizione (il trasferimento del nostro quadro sindacale) che non solo costituisce una chiara ed inaccettabile condotta antisindacale perché volta chiaramente a tacitare ed intimidire il Sindacato, ma raffigura anche, ancor peggio, una enorme discriminazione nei riguardi di un lavoratore che assiste un familiare gravemente disabile e nei riguardi dello stesso disabile grave, … una discriminazione, peraltro ammessa, seppur di certo non volutamente, dallo stesso Questore, che è fortemente sanzionata dal nostro ordinamento giuridico, così come lo è un trasferimento adottato in violazione dell’art. 33, comma 5, della Legge 104/1992, nancorché nell’ambito dello stesso Comune (sentenze Tribunali e Corte di Cassazione).
Quanto invece alle relazioni sindacali tra Questore di Napoli e COISP, la vicenda di cui sopra fa il paio, con altre accadute negli ultimi periodi e che hanno visto da una parte questo Sindacato tentare di avviare un confronto costruttivo con il massimo rappresentante locale dell’Amministrazione e dall’altra parte detto rappresentante, il Questore, replicare in analogia (senza aver disposto alcun minimo riscontro) a quanto riferitogli dai suoi collaboratori, autori delle condotte avversate da questa O.S., per poi tacitarsi quando la nostra Segreteria Provinciale ribatteva dichiarandosi pronta a provare la falsità di talune affermazioni.
L’impressione che si ha, è quella che alla Questura di Napoli si siano creati, in alcuni ambiti, dei feudi con i relativi feudatari ai quali il Questore lascia ben oltre il margine gestionale previsto, per poi difenderli a spada tratta anche impegnandosi di suo a dileggiare – in maniera inaccettabile e infondata come fatto con la lettera prima ricordata e qui allegata – un rappresentante sindacale ed un appartenente alla Polizia di Stato con affermazioni irridenti, inattuali e destituite di ogni fondamento logico giuridico.
Il forte rammarico è che il Questore di Napoli non sia stato in grado di cogliere l’essenza del ruolo propositivo e costruttivo avviato dal COISP preferendo invece di sostenere le posizioni di chi ha operato con il chiaro intento di danneggiare la nostra organizzazione sindacale e chi la rappresenta.
La certezza è che Lei valuterà attentamente i fatti in argomento e saprà ricondurre la dialettica e le azioni del Questore di Napoli verso il giusto rispetto che il COISP ha dimostrato nei fatti di meritare, rimediando agli eccessi posti in essere.Il troppo stroppia … dice un noto proverbio.
Con sincera e profonda stima,
Il Segretario Generale del COISP
Domenico Pianese