Ipotesi innalzamento età pensionabile, lettera congiunta al Presidente del Consiglio

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Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Onorevole Giorgia MELONI
Palazzo Chigi
Roma

Oggetto: Ipotesi innalzamento età pensionabile

Pregiatissimo Signor Presidente,
SAP, COISP-MOSAP, FED. FSP POLIZIA e SILP CGIL, in rappresentanza della maggioranza degli appartenenti alla Polizia di Stato, con la presente desiderano manifestare la loro contrarietà alle recenti notizie relative alla possibilità di un innalzamento, seppur volontario, di due anni relativamente all’età pensionabile.
La nostra è una professione molto delicata e, per essere svolta a pieno, richiede anche un’indispensabile freschezza fisica, che con il trascorrere degli anni fisiologicamente si affievolisce. Per svolgere servizi di ordine pubblico o di contrasto alla criminalità si è spesso esposti a stress psicofisico e a rischi che negli anni la sola esperienza di servizio non è sufficiente per consentire di affrontarli al meglio. Non solo, le ripercussioni negative si riverberebbero sul singolo individuo e, soprattutto, sul buon funzionamento dell’apparato di sicurezza.
Il ritardato pensionamento comporterebbe un blocco del turnover poiché l’assunzione di nuovi giovani è legata in via prioritaria al pensionamento del personale anziano. Inoltre, vi sarebbe un blocco dei percorsi professionali interni dal momento che non si aprirebbero gli spazi per i giovani per un percorso di progressione professionale ed economica. Oltre a ciò, si rischia un blocco della mobilità del personale.
Giova ricordare che la norma sulla specificità forze dell’ordine (Legge 183/10 – articolo 19), concepita proprio a salvaguardia delle peculiarità che riguardano la nostra professione, prevede che interventi di natura previdenziale possano essere concepiti solo con norme ad hoc e non attraverso interventi riguardanti la generalità del pubblico impiego.
Signor Presidente del Consiglio, la situazione previdenziale del comparto sicurezza soffre già particolari criticità poiché non è mai stata avviata la previdenza complementare dopo la riforma Dini del 1995 e, pertanto, questo ulteriore intervento acuirebbe le criticità fornendo anche un segnale in controtendenza rispetto all’attenzione di cui necessita il comparto sicurezza.
Quello che, invece, ci saremmo aspettati – e che da anni invochiamo – sono gli interventi relativi alla “previdenza dedicata” finanziati con legge di bilancio 2022 e ulteriormente alimentati dall’ultima manovra economica.
La realizzazione di “previdenza integrativa”, attraverso i finanziamenti già predisposti, consentirebbe di lenire, almeno parzialmente, le criticità provocate dalla mai avviata previdenza complementare e di impedire che fedeli servitori dello Stato siano i nuovi poveri di domani.
Nel rinnovare la richiesta di avvio di un tavolo di confronto per la definizione della previdenza dedicata, auspichiamo che eventuali iniziative relative all’innalzamento dell’età pensionabile per gli operatori del comparto sicurezza non vengano proposte dal Governo perché non incidono negativamente solo sui singoli ma sul buon funzionamento dell’apparato e, di conseguenza, sul servizio che si deve fornire all’intera collettività in termini di sicurezza.
Qualora necessario, le scriventi Organizzazioni Sindacali restano a disposizione, anche attraverso un incontro, per rappresentare in dettaglio le ripercussioni negative di un eventuale intervento di innalzamento dell’età pensionabile per il personale del comparto sicurezza.
Distinti saluti.

Roma, 10 Settembre 2024

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