Roma, 02 febbraio 2022
AL SIGNOR CAPO DELLA POLIZIA
Direttore Generale della Pubblica Sicurezza
Prefetto Lamberto Giannini
OGGETTO: Concorsi interni, scrutini per l’avanzamento in carriera e stato matricolare –
Problematiche che danneggiano il personale e che perdurano da anni.
È necessario istituire un “Tavolo di confronto” per definire in generale le disposizioni
sulle iscrizioni matricolari.
Preg.mo Signor Capo della Polizia,
questa Organizzazione Sindacale si è trovata obbligata, innumerevoli volte, a segnalare all’Ufficio per le Relazioni Sindacali del Dipartimento la negazione, posta da taluni Uffici periferici, di riconoscere al personale quei “titoli” (incarichi, mansioni, etc…) di cui gli stessi sono in possesso e che le Commissioni esaminatrici dei vari concorsi interni individuano di volta in volta quali meritori di punteggio ai fini della determinazione della graduatoria e quindi dei vincitori, così come pure avviene negli scrutini per l’avanzamento in carriera.
In ogni procedura concorsuale e negli scrutini, tra le «Categorie di titoli ammessi a valutazione» assumono difatti rilevanza gli «incarichi e servizi di particolare rilevanza» purché «annotati nello stato matricolare». Ciò vuol dire che non è sufficiente che il personale sia stato comandato ad adempiere i citati «incarichi e servizi» nel corso della sua vita lavorativa, ma è vincolante il fatto che gli stessi siano stati «annotati nello stato matricolare».
Gent.mo Signor Capo della Polizia, la tenuta dello stato matricolare del personale appartenente ai ruoli della Polizia di Stato è disciplinata dalla circolare n. 333-A/9806.D.1 del 18 novembre 2008 e gli uffici preposti alle trascrizioni, in quanto enti matricolari, dovrebbero semplicemente attenersi alle disposizioni impartite dalla suddetta ministeriale.
Violazione dei contenuti della ridetta circolare e avventate, anacronistiche interpretazioni della stessa la fanno tuttavia da padrone.
Sebbene si evince chiaramente che determinati «incarichi e servizi» quali ad esempio la responsabilità di unità minori, di sezioni, settori o squadre di p.g., l’attività di preposto alla sicurezza ai sensi del d.lgs. 81/2008, l’attività di membro di comitati, gruppi di lavoro, commissione di esami, commissioni paritetiche, l’incarico di trattamento di dati sensibili, etc. etc., debbano obbligatoriamente essere annotati nello stato matricolare del personale, tant’è che le Commissioni esaminatrici dei concorsi attribuiscono giusta valutazione in termini di punteggio aggiuntivo ai predetti «incarichi e servizi», sono innumerevoli gli enti matricolari che non provvedono affatto ad eseguire le dovute trascrizioni e annotazioni …. e la motivazione dei dinieghi è sempre la medesima, ovvero che l’incarico o il servizio svolto rientrerebbe tra le responsabilità comprese nelle normali mansioni del ruolo di appartenenza.
Un consolidato atteggiamento ostruzionistico, di cui sono pienamente consapevoli i competenti settori del Dipartimento (a luglio del 2018 l’allora DCRU oggi DAGEP comunicava che «in materia di annotazioni matricolari e conseguenti riflessi in ambito concorsuale, sono al vaglio approfondimenti, al fine di attualizzare la circolare n. 333-A/9806.D.1 del 18.11.2008 concernente le “Annotazioni matricolari”, per consentire agli enti preposti una uniforme gestione dei dati») e che è causa di grave nocumento nei confronti del personale nel momento in cui – come sempre accade – tanto nelle procedure concorsuali che negli scrutini vengono deliberati tra i titoli valutabili proprio quegli «incarichi e servizi» (a condizione che siano trascritti nel foglio matricolare) della cui trascrizione nel foglio matricolare era stato opposto un diniego da parte dell’ente preposto.
È paradossale. Abbiamo una parte di Amministrazione (diversi Uffici territoriali) che nega al personale il riconoscimento di alcuni obblighi di servizio … e un’altra parte, l’Amministrazione Centrale, che ha statuito di premiare il personale nei cui confronti ha previsto detti obblighi. Dalla forte disomogeneità di interpretazione a livello decentrato, con conseguente differente applicazione della normativa, scaturisce un pregiudizio nei confronti di alcuni dipendenti che, in occasione di concorsi e scrutini, diviene vantaggio per altri.
Esemplificando con una delle ultime questioni portate da questa Organizzazione Sindacale all’attenzione dell’Ufficio per le Relazioni Sindacali del Dipartimento: l’ente matricolare della Questura di Frosinone ha negato ad un nostro collega del ruolo degli Ispettori la trascrizione allo stato matricolare dell’incarico di Comandante di una Sottosezione della Polizia Stradale, conferito con provvedimento formale risalente, addirittura, al gennaio 2012 … e il diniego è stato opposto in quanto tale incarico «rientra pienamente nelle previsioni dell’art. 26 del DPR 335/1982 […], trattandosi di incarico che rientra nei compiti propri del ruolo».
Ciò è avvenuto seppure l’assunzione della citata responsabilità di Comandante di una Sottosezione è stato ritenuto titolo valutabile in tutti gli ultimi concorsi interni e scrutini (purché «annotata nello stato matricolare») e centinaia di Poliziotti se ne sono giustamente avvantaggiati.
Preg.mo Signor Capo della Polizia, non è affatto normale che ciascun Ufficio possa interpretare in modo disomogeneo cosa iscrivere a matricola ed è inammissibile che il personale della Polizia di Stato debba dover agire in via giudiziaria al fine di vedere corrisposto il proprio diritto ad una giusta imparzialità da parte dell’Amministrazione negli aspetti procedurali, concorsi o scrutini, di notevole importanza per il percorso professionale e nondimeno per un miglioramento economico del rapporto di lavoro.
Nonostante vi è consapevolezza da parte del Dipartimento che la gestione delle annotazioni matricolari non è affatto uniforme nel territorio, sono trascorsi quasi quattro anni da quando ci è stata comunicata l’intenzione di svolgere «approfondimenti, al fine di attualizzare la circolare n. 333-A/9806.D.1 del 18.11.2008 concernente le “Annotazioni matricolari”, per consentire agli enti preposti una uniforme gestione dei dati» senza che alcuna soluzione sia stata prodotta … e forse neppure ricercata.
Non è superfluo evidenziare che la questione tocca anche il personale del ruolo Dirigenti e Direttivi, cui sono affidati «incarichi» che non vengono trascritti a matricola a causa di un vuoto legislativo che non vede il Dipartimento impegnarsi a colmare, e che sono obbligati a sottostare ad un iter amministrativo lunghissimo, tortuoso e tutt’altro che trasparente, nel caso di istanza di riconoscimento di “Pubblicazioni scientifiche” e/o “Lavori originali elaborati per il servizio”, anch’essi di notevole importanza per promozioni e avanzamenti.
Tutto ciò premesso, consapevoli della Sua indiscussa attenzione verso il personale, Le chiediamo, Preg.mo Signor Capo della Polizia, di valutare favorevolmente l’opportunità di istituire un “Tavolo di confronto” tra Amministrazione e Organizzazioni Sindacali, per l’uniforme gestione dello stato matricolare, con il fine di analizzare la sopra denunciata grave situazione ed individuare e porre in essere efficaci modalità di tutela dei diritti delle Donne e Uomini della Polizia di Stato.
In attesa di cortese riscontro si inviano i più Cordiali Saluti
Con sincera e profonda stima,
Il Segretario Generale del COISP
Domenico Pianese