Sono circa le 13 di ieri quando un cittadino straniero, all’interno del Duomo di Milano, estrae un coltello e lo mette alla gola di un vigilante, obbligandolo in ginocchio.
Dopo breve intervengono numerosi Poliziotti che accerchiano lo straniero e cercano di farlo desistere dal suo intento omicida.
Il video di quanto accade è presto su tutti i social.
L’intervento dura quasi 10 minuti. Il risultato ricercato dai nostri colleghi, disarmare lo straniero senza alcuno spargimento di sangue, è enormemente difficoltoso.
Lo straniero è spalle al muro, rintanato in un angolo che gli consente di impedire un intervento alle sue spalle o anche di fianco senza essere visti. Si agita senza pausa e risponde di fatto negativamente ai continui inviti a gettare il coltello, a riflettere su quanto sta compiendo, a farsi aiutare qualunque sia la motivazione della sua condotta.
Dopo alcuni minuti si passa quindi in maniera quasi esclusiva al dialogo ma non certo con l’auspicio di convincere il sequestratore a lasciare l’arma – i nostri colleghi hanno già ben capito che tale possibilità non si verificherà – quanto piuttosto a creare le condizioni per un intervento, seppur rischioso per gli stessi Poliziotti, che porti a disarmarlo.
Si mettono quindi in tre e anche più a parlargli da varie angolazioni, di fronte e ai due fianchi, così da costringere lo straniero a girare costantemente lo sguardo da una parte all’altra.
I nostri colleghi gli parlano ma non sono le sue risposte o quello che dice che interessa loro quanto invece i suoi continui movimenti che osservano minuziosamente … in particolare gli spostamenti del braccio la cui mano tiene il coltello.
Era necessario riuscire ad individuare quel momento che potesse concedere almeno due istanti di tempo prima che il coltello potesse tornare alla gola del sequestrato e agire bloccando l’individuo nella metà di tale tempo, in un solo istante.
Per diversi minuti hanno osservato i suoi movimenti e immaginati quelli che loro avrebbero dovuto fare per disarmarlo, il tempo necessario, le variabili possibili.
Alla fine sono riusciti nell’intento e sono stati eccezionali. Certo, hanno anche messo a rischio la loro stessa vita perché il coltello è ancora ben affilato quando uno dei colleghi, in piena sintonia con gli altri, gli si butta addosso per afferrarlo … ma questi sono i Poliziotti: poca fortuna, tanto coraggio e enorme professionalità.
Ancora bravi, eccezionali!!
L’Amministrazione premierà questi nostri colleghi, com’è giusto che sia. I cittadini onesti li premiano ogni giorno con la loro gratitudine.

Roma, 13 agosto 2020

La Segreteria Nazionale del COISP

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