Questura di Venezia, gravissime irregolarità nei confronti della nostra Segreteria di Venezia

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Roma, 3 aprile 2020

AL SIGNOR CAPO DELLA POLIZIA
Direttore Generale della Pubblica Sicurezza
Prefetto Franco Gabrielli
Oggetto: QUESTURA DI VENEZIA.

Preg.mo Signor Capo della Polizia,
in un momento tanto difficile e delicato per l’intero Paese, il ruolo della Polizia di Stato, assume un aspetto
ancora più significativo, specialmente da chi è chiamato a rappresentarla a livello territoriale, ossia i Questori della Repubblica.
La grave emergenza sanitaria, che affligge l’intera popolazione, ha degli sviluppi quotidiani anche tra le donne e gli uomini della polizia che assolvono il loro compito con la massima professionalità.
Ecco che, aderendo alla Sua continua sollecitazione di ricercare un dialogo costruttivo con le organizzazioni sindacali, non possiamo esimerci dal segnalarLe il comportamento che il Questore di Venezia Masciopinto dr. Maurizio, ha assunto nei confronti della struttura veneziana del Co.I.S.P.
Le ragioni di questo cambio di comportamento, sconosciute al nostro Segretario Generale Provinciale, sembrerebbero trovare riscontro nel cambio di passo che il Segretario ha assunto nella gestione di tutta una serie di criticità che affliggono quella Questura.
Di sicuro, volendo evidenziare la sola problematica legata al Covid-19, possiamo dire senza paura di smentite che, l’atteggiamento tenuto dal dr. Masciopinto, evidenzia una netta volontà di sottrarsi al mconfronto con il Coisp, che, ha semplicemente chiesto di fornire ragguagli alle tante comunicazioni inviategli con l’intento di fornire al personale delle corrette indicazioni per rasserenarlo.
Per poter meglio esplicitare tutta la situazione, appare utile rappresentare che la Segreteria di Venezia, già in data 29 gennaio 2020, raccogliendo le molte segnalazioni ricevute dal personale, aveva inoltrato al Questore, una dettagliata comunicazione (allegato 1), in cui chiedeva di conoscere: Le dotazioni di Protezione Individuali per il personale e i Protocolli operativi in situazioni di potenziale
rischio contagio”. Questa richiesta non è mai stata evasa nemmeno dopo che la Segreteria aveva inviato in data 3 febbraio 2020 il 1° sollecito. (allegato 2).
Solamente in data 7 febbraio, e solo perché il Questore aveva ricevuto diverse sollecitazioni da tutte le OO.SS. ha inteso inviare una nota congiunta (allegato 3) in cui forniva dei ragguagli ma che non esaudivano quanto richiesto in precedenza da questa O.S..
Dopo questa comunicazione, la Segreteria, nel rispetto delle molteplici circolari che sono state emanate dal Dipartimento della P.S., ha cercato in tutti i modi di avviare un costruttivo dialogo con il Questore di Venezia, senza riuscire mai ad averlo. Si sottolinea che l’incontro con il medico competente, avvenuto il 27 febbraio, è stato organizzato, dopo reiterate richieste e in particolare dopo la nota allo stesso del 21 febbraio 2020 (allegato 4 ).
Questa nota, ha consentito che il dr. Masciopinto in pari data, informasse le OO.SS. (allegato 5) che aveva deciso di indire una riunione con il medico il giorno 27 febbraio presieduta dal Vicario del Questore, il cui verbale però non è mai stato trasmesso al Co.I.S.P.
Di fatto, una vera e propria riunione sull’argomento Covid-19, non è mai stata organizzata dal Questore, nemmeno all’indomani del decreto che istituiva la Zona Rossa. Anzi, proprio in tale circostanza, il 9 marzo 2020, il Segretario Provinciale, incontrando la Funzionaria responsabile dell’Ufficio Relazioni Sindacali della Questura, sollecitava quest’ultima sulla necessità che il Questore avviasse un incontro urgente, al pari di quelli fatti da tantissimi altri Questori su tutto il territorio nazionale, con lo scopo di
poter esplicitare al meglio molti argomenti che erano rimasti senza risposte, uno tra tutti l’individuazione di un orario di lavoro consono alla situazione emergenziale che si sta vivendo.
A questa ultima richiesta, a cui non è mai giunta nessuna indicazione, l’unica risposta che il dr. Masciopinto ha fornito sempre e solo per il tramite della predetta Funzionaria, è stata quella di farle aprire il 12 marzo 2020 un chat su WhatsApp che sarebbe servita per scambiarsi informazioni.
Subito dopo la creazione, sempre la Funzionaria inseriva l’informazione preventiva in deroga con gli orari da applicare negli uffici e solo in quel momento, veniva palesata una urgenza nella risposta da parte delle sigle sindacali che avevano ricevuto la comunicazione alle ore 11.28 e dovevano fornire risposta entro le ore 15 della medesima giornata (allegato 6).
Quindi dal 29 gennaio momento in cui questa O.S., ha iniziato a chiedere informazioni, e fino al 12 marzo, momento in cui è stata attivata la chat, il Questore di Venezia non ha trovato il tempo per incontrare le organizzazioni sindacali e di colpo solo il giorno 12 marzo, pervaso da una improvvisa urgenza, ritiene che la risposta dei sindacati debba essergli fornita solo poche ore dopo!!!!
Solo questa specifica circostanza Signor Capo della Polizia, evidenzia le difficoltà oggettive che il Co.I.S.P. di Venezia ha dovuto affrontare. Ma questo non è tutto perché a seguito dell’informazione preventiva inviata, la segreteria predisponeva una “Diffida” al Questore (allegato 7) alla quale lo stesso rispondeva senza dare corso alle specifiche domande poste limitandosi ad indicare che erano state fatte delle modifiche all’informazione preventiva (allegato 8).
Nel corso di questo periodo, sono state inviate molte altre comunicazioni al Questore.
Una di queste, stigmatizzava la sanificazione delle due imbarcazioni in uso al Questore prima di quelle adibite alle volanti e al trasporto di personale. E’ apparso “ridicolo”, pensare che si sanificassero contemporaneamente le due barche riservate agli spostamenti dello stesso, visto che c’è un solo Questore, invece che sanificarne contemporaneamente almeno una di quelle adibite a volante. Questa decisione, è stata percepita dal personale, come una prerogativa riservata al ruolo rivestito e non per una vera e propria necessità. Diventa difficile, comprendere il significato di “vicinanza al personale” quando accadono fatti simili…… Per tale ragione la nostra Segreteria Provinciale ha emanato un volantino “in dialetto veneziano” (allegato 9) con l’intento di far comprendere il malessere che tale fatto aveva generato nel personale.
A questo volantino, e non alle tante richieste inviate, il Questore ha inteso fornire una risposta che, come da prassi non ha spiegato le vere ragioni di questa illogica scelta preferenziale, ha solo evidenziato che non era stato lui a dare questa indicazione e che comunque, chi lo aveva fatto, aveva compiuto un gesto di educazione riconoscendo al Questore una “certa priorità”……….
Ma veniamo al fatto più grave che evidenzia in assoluto, la disorganizzazione dimostrata. In data 29 marzo, la segreteria viene informata che il dirigente medico, è risultato positivo al Covid-19, a causa di tali fatti tutto il personale dell’ufficio sanitario, è stato sottoposto al tampone.
La conseguenza di questa circostanza, ha comportato la chiusura dell’ufficio per tutto il periodo di quarantena, con l’obbligo per il personale della provincia di Venezia oltre 1200 Poliziotti di dover ricorrere in caso di bisogno, alla sala medica della Questura di Padova distante circa 45 Km.
Se si fosse applicata una indispensabile alternanza tra i tre medici, non si sarebbe determinata la chiusura forzata dell’ufficio sanitario e riteniamo che basti questo evento per ribadire che l’assenza di confronto con il Questore e, la superficialità dimostrata, sono le principali cause di quanto accaduto.
Inutile aggiungere che proprio il dirigente sanitario, avrebbe dovuto adottare l’accorgimento di non rimanere a stretto contatto con gli altri due medici ma, come segnalato dalla nostra Segreteria, anche all’Ufficio Centrale Ispettivo (allegato 10), le decisioni del dirigente medico possono essere definite “incomprensibili”.
A questo si aggiunga che, la positività accertata di domenica, giorno in cui per fortuna nella sede di Marghera dove si trovano gli uffici del sanitario, gli uffici erano chiusi, ha però imposto l’urgenza di effettuare una completa sanificazione. Per le vie brevi è stato comunicato che era stata fatta sempre nella medesima mattinata il solo piano terra, mentre per il piano superiore sarebbe stata effettuata alle ore 5 del lunedì.
Dalla nostra Segreteria Provinciale venivano immediatamente chieste rassicurazioni sull’immediato utilizzo dei locali già poche ore dopo ovvero lunedì mattina, momento in cui il personale avrebbe avuto accesso, ed in considerazione del mancato riscontro, veniva inviata al Questore una nota (allegato 11) in cui chiedevamo:
1) che prodotti erano stati usati;
2) le eventuali prescrizioni fornite dall’azienda incaricata per il personale che aveva utilizzo i locali successivamente alla sanificazione;
3) le loro modalità di illustrazione ai presenti in servizio.
Inoltre veniva chiesto di sapere con altra nota (allegato 12) chi avrebbe svolto le funzioni di medico attesa l’indisponibilità di tutti e tre i medici in forza alla Questura di Venezia.
La risposta (allegato 13), che aveva carattere di urgenza visto cosa era accaduto, è stata fornita soltanto in data 1 aprile ore 16.23 quindi quasi 72 ore dopo l’evento. Inoltre, non contiene le risposte agli interrogativi posti ma liquida la questione con una dichiarazione: si è proceduto alla sanificazione dei locali della sede di via Nicolodi ad opera di personale specializzato mediante nebulizzatore attraverso un apposito strumento atomizzatore del disinfettante per uso civile Virquat 10 prodotto usato per la pulizia di ambienti particolari quali le corsie ospedaliere.”
Nulla è stato indicato però rispetto a quanto richiesto dalla nostra Segreteria in qualità di RLS, così come già accaduto per altre risposte, in cui vengono fornite informazioni diverse rispetto ai quesiti effettuati. Tale fatto, obbligherà così la nostra Segreteria Provinciale ad inviare un seguito, come già accaduto in passato, e comporterà un allungamento dei tempi per ottenere le indispensabili informazioni da fornire al personale.
Gent.mo Signor Capo della Polizia, chiediamo pertanto un Suo immediato e autorevole intervento con l’auspicio che comportamenti simili possano cessare al più presto ristabilendo un corretto e più proficuo dialogo a favore della Segreteria Provinciale del COSIP di Venezia e conseguentemente del personale di cui è l’espressione.
Con sincera e profonda stima.

Il Segretario Generale del COISP
Domenico Pianese
Originale firmato agli atti

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