Roma, 7 novembre 2019
MINISTERO DELL’INTERNO
DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
SEGRETERIA DEL DIPARTIMENTO
UFFICIO PER LE RELAZIONI SINDACALI
c.a. Signor Direttore, Vice Prefetto Maria De Bartolomeis
OGGETTO: Questura di Treviso, Divisione Polizia Amministrativa – Personale sottoposto a stress psicofisico a causa dell’enorme mole di lavoro.
Preg.mo Direttore,
negli ultimi anni ci siamo ritrovati più volte presso il Dipartimento a discutere sulle motivazioni e sulle attività da intraprendere al fine di prevenire e gestire le cause di disagio lavorativo e sulla revisione delle modalità di rilevazione dello stress lavoro-correlato … e immaginiamo che le direttive che il Dipartimento ha dato a tutti i responsabili degli Uffici centrali e periferici della nostra Amministrazione siano state particolarmente incentrate sulla necessità di una maggiore e adeguata predisposizione all’ascolto e vicinanza da parte di chi ha la responsabilità di gestire e dirigere il personale a tutti i livelli.
Insomma, in questi ultimi periodi dovrebbe essere stato ricordato a tutti, quello che doveva
essere loro lampante da sempre: i carichi di lavoro non devono essere eccessivi e tali da rischiare di compromettere la salute del personale che è chiamato ad assolverli … al primo accenno di un pericolo per la salute psico-fisica del personale deve essere posta immediata attenzione e devono essere attuati urgenti rimedi … il personale che soffre un disagio psico-fisico a causa di eccessivi carichi di lavoro ed è obbligato a ricorrere ad assistenza medica non deve essere “sollecitato” ad un rientro immediato in Ufficio per continuare ad adempiere ai troppi carichi di lavoro attribuitigli a causa di una inaccettabile incapacità di gestire le risorse umane da parte di chi deve garantire l’efficienza dell’Amministrazione ma anche tutelare la salute del proprio personale … e molto altro ancora.
Ora, ritenuto che il Dipartimento abbia fatto la sua parte, quanto accaduto recentemente
a Treviso lascia non poco sconcertati.
Il 13 ottobre scorso la nostra Segreteria Provinciale di Treviso indirizzava al Questore di quella provincia una missiva con la quale, dopo aver stigmatizzato il fatto che l’Ufficio Passaporti ha in organico solo 3 operatori di cui uno ormai prossimo alla pensione e che sugli stessi è fatto obbligo di acquisire ogni giorno ben 80 pratiche, una mole di lavoro chiaramente esorbitante per le citate poche risorse, ha ricordato quanto accaduto il precedente 9 ottobre allorquando uno di tali operatori si è sentito male, chiaramente per il troppo stress cui era sottoposto (!), ed ha dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso e poi del proprio medico, che l’hanno obbligato ad un adeguato periodo di riposo, auspicando che l’episodio fosse stato posto all’attenzione del gruppo di lavoro per lo stress da lavoro
correlato creato presso la stessa Questura.
Al Questore veniva altresì lamentato che la disposizione di aumentare a dismisura il numero di rilascio di passaporti, portando i due operatori a trattare obbligatoriamente almeno 80 pratiche al giorno (una pratica, comprensiva delle varie attività, ogni 4 minuti, così è stato ordinato!), evidenziava una scarsa attenzione delle dinamiche lavorative ed il risultato raggiunto di centinaia di passaporti rilasciati in più rispetto a prima aveva come costo un eccessivo affaticamento e stress sul personale che veniva incredibilmente ignorato.
Ebbene, quanto accaduto al collega non è stato semplicemente trascurato, ma si è fatto finta che non fosse proprio accaduto … se non per la preoccupazione di avere, per un certo periodo, una persona in meno a lavorare presso l’Ufficio in questione.
Preg.mo Signor Direttore, un considerevole sovraccarico di lavoro ha causato uno stress
psico-fisico in capo ad un nostro collega che è stato trasportato presso il Pronto Soccorso.
Non è superfluo puntualizzare che decine di Poliziotti della Questura hanno dimostrato
la propria vicinanza ed affetto nei confronti del collega. Non lo è nemmeno sottolineare che
né il Questore, il Vicario, il Dirigente dell’Ufficio, il Medico della Polizia, si sono interessati
minimamente dello stato di salute del predetto nostro collega successivamente a quanto accadutogli …ed in realtà neanche quello stesso giorno 9 ottobre. Probabilmente erano troppo preoccupati del fatto che un’assenza prolungata del collega avrebbe “messo in ginocchio l’Ufficio”.
Tutto ciò premesso, La invitiamo, Signor Direttore, a voler chiedere urgenti e dettagliate
informazioni circa i fatti sopra denunciati e relativamente a tutte le sottolineature espresse e di voler cortesemente informare i competenti settori del Dipartimento affinché anche questi intervengano in maniera incisiva al fine di scongiurare, a Treviso, il protrarre di disposizioni che comportano un’attività oltremodo stressante e potenzialmente lesiva (nei fatti lo è già stata) della salute del personale della Polizia di Stato.
In attesa di cortese urgente riscontro, l’occasione è gradita per inviare i più Cordiali Saluti.
Il Segretario Generale del COISP
Domenico Pianese