Non è il critico che conta. Non l’uomo che indica perché il forte cade o dove il realizzatore poteva far meglio. Il merito appartiene all’uomo che è nell’arena, il cui viso è segnato dalla polvere e dal sudore; che lotta coraggiosamente, che sbaglia e può cadere ancora; perché non c’è conquista senza errori o debolezze. L’uomo, che veramente lotta per realizzare; che conosce il grande entusiasmo e la grande fede e che si adopera per una nobile causa. Che tutt’al più conosce alla fine il trionfo delle alte mete e, nel peggiore dei casi, se fallisce, cade almeno gloriosamente, così il suo posto non sarà mai vicino alle anime pavide e paurose che non conoscono né la vittoria, né la sconfitta. (Gandhi)