Legge di Bilancio 2024 e Rinnovo Contratto di Lavoro 2022-2024 per il Comparto Sicurezza e Area Negoziale dei Dirigenti – Priorità

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Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Onorevole Giorgia MELONI

Al Ministro per la Pubblica Amministrazione
Senatore Paolo ZANGRILLO

Al Ministro dell’Interno
Prefetto Matteo PIANTEDOSI
E,p.c.

Al Signor Capo della Polizia
Direttore Generale della Pubblica Sicurezza
Prefetto Vittorio PISANI

LORO SEDI

Oggetto: Legge di Bilancio 2024 e Rinnovo Contratto di Lavoro 2022-2024 per il Comparto Sicurezza e Area Negoziale dei Dirigenti – Priorità

Pregiatissima Signora Presidente, Egregi Signori Ministri, Signor Capo della Polizia,
come in ogni processo di programmazione/pianificazione di interventi per investimenti e sviluppo, oggi, non si può non tenere in considerazione, la lettura e l’evoluzione della società, anche dal punto di vista della competitività e della dimensione sociale, entrambi i fattori sono strettamente connessi alla percezione della sicurezza che la stessa società ha. Giacché, in termini generali, essa favorisce le condizioni che attraggono gli investimenti e aiutano lo sviluppo economico e sociale delle comunità.

Tradizionalmente la qualità sociale e la competitività economica, almeno sino a qualche anno fa, sono state concepite dagli economisti se non in alternativa sicuramente in tensione tra loro. Oggi, dopo che anche a livello europeo a seguito delle nuove strategie attuate con il famoso “triangolo della conoscenza” (istruzione, ricerca e innovazione), alla dimensione sociale è stato riconosciuto un valore peri a quello economico. Ciò comporta, però, che la qualità sociale sia legittimata come obiettivo e bene in sé e non come strumento per la competitività.

Questo ha determinato che la sicurezza pubblica, al pari di altri beni pubblici, sia considerata dal sistema delle piccole e medie imprese, nel loro programma di internazionalizzazione, come una competition good. In questa ottica e nel solco dell’ormai acquisita convinzione, come affermato nel II° memorandum sulla riforma della politica regionale e nel III° Rapporto sulla Coesione Economica e Sociale della Commissione Europea, sulla base della premessa che “un tasso di criminalità elevato, la presenza di criminalità organizzata e della corruzione tendono ad ostacolare lo sviluppo economico ed esercitano un effetto di dissuasione sugli investitori potenziali…”, emerge come la sicurezza, quale fattore di contesto, sia divenuta, nel nostro vivere attuale, una precondizione imprescindibile per l’attrattività dei capitali e quindi per lo sviluppo dei nostri territori e che, in quanto tale, non va più considerata come costo immunitario del sistema ma come investimento.

Oggi, purtroppo, nel dibattito pubblico come nelle sedi politiche, sindacali e istituzionali, si discute sempre più di Sicurezza, complice certamente la complessità dell’epoca in cui viviamo, nella quale essa viene percepita più come bene volatile, perché esposta ad un’innumerevole quantità di elementi imponderabili che mettono a rischio il suo declinarsi, che non come precondizione garantita.

Se tale bene è certamente tra gli architravi istituzionali delle società democratiche e della nostra quotidianità, garantire una società sicura impone, di conseguenza, riconoscere all’Amministrazione della pubblica sicurezza quel ruolo centrale che essa riveste nella vita dei cittadini, sia sul piano individuale che collettivo. Nondimeno, se la Sicurezza è un patrimonio della collettività da difendere e da tutelare, è indubbio che non può esserci Sicurezza se chi è preposto ad attuarla e garantirla non è a sua volta assistito e tutelato.
Tale obiettivo si realizza attraverso la funzione primaria attribuita al contratto collettivo di lavoro, ivi compresa l’area negoziale della dirigenza, oltre gli ineludibili provvedimenti normativi in tema di specificità.

Un sistema, che dalla cancellazione della vecchia scala mobile ha il compito di garantire il potere di acquisto dei salari nell’ottica dei diritti del lavoratore ma anche come premessa per un rilancio dell’economia.

Poiché anche le donne e gli uomini del Comparto Sicurezza, Difesa e Soccorso Pubblico devono far fronte ad una drastica riduzione del potere di acquisto delle loro retribuzioni a causa di un’inflazione che lo scorso anno ha raggiunto il 12,6% e nel primo semestre di quest’anno, secondo stime al ribasso, si è assestata al 10%, oltre gli incrementi dei costi per i beni energetici e i tassi d’interesse quadruplicati per i mutui. Una sofferenza che è ulteriormente aumentata dalla bolla per gli affitti, specie nelle grandi città metropolitane e, peraltro, in un contesto ove gli stipendi italiani, ancor più quelli dei Poliziotti, sono più bassi di non meno del 12% della media europea. Confidiamo sia pienamente condivisa dalle preg.me SS.VV. la necessità ineludibile di dare attuazione al precetto normativo che prevede la convocazione anche delle OO.SS. del Comparto in parola in occasione del dibattito che prelude al varo del disegno di legge per il bilancio dello Stato, finalizzato ad un confronto propedeutico allo stanziamento di adeguate risorse nella prossima legge di bilancio, per il finanziamento del rinnovo del contratto di lavoro e la definizione di misure che realmente riconoscano la specificità del nostro Comparto.

Per concludere, elenchiamo in sintesi le priorità focalizzate dalle scriventi OO.SS. rappresentative di tutto il personale della Polizia di Stato:
a) Adeguato finanziamento del rinnovo del Contratto di Lavoro 2022-2024 con risorse idonee a salvaguardare effettivamente il potere d’acquisto di tutti i poliziotti, a partire dalle qualifiche dei ruoli di base e intermedi, destinando il pieno recupero del tasso di inflazione registrato a partire dall’ultimo rinnovo e quello programmato per il triennio, destinando tutte le risorse così individuate al solo trattamento economico fondamentale;
b) Finanziamento della Specificità, come disciplinato dall’art. 19 della legge n. 183/10, al fine di salvaguardare l’effettivo potere d’acquisto del trattamento economico accessorio di tutti i poliziotti e poliziotte, a partire dalle qualifiche dei ruoli di base e intermedi con il pieno recupero del tasso di inflazione registrato a partire dall’ultimo rinnovo e quello programmato per il triennio, con l’esclusione delle tariffe relative alle ore straordinarie, da finanziarsi con risorse diverse da quelle stanziate per i rinnovi contrattuali;
c) Finanziamento e ripresa, in attuazione dell’art. 46 del decreto legislativo n. 95/2017, del tavolo di confronto già convocato nel 2020 dal dicastero della P.A. relativo al primo contratto della dirigenza della Polizia di Stato che, ancora oggi, non vede riconosciuto il proprio ruolo, strategico ed insostituibile, nella tutela della sicurezza interna ed esterna. Infatti, nei sei anni trascorsi dall’introduzione dell’area negoziale, il resto del pubblico impiego e lo stesso personale dei ruoli non dirigenziali hanno concluso ben due contratti, peraltro contraddistinti da risorse inadeguate che non avendo previsto un idoneo riconoscimento della specificità neppure per le qualifiche del ruolo base, per cui si è determinato un effetto paradossale in quanto, per numerose indennità accessorie, al personale dirigente viene corrisposto un compenso inferiore rispetto a quello percepito dal restante personale. Nel ritenere inammissibile che non venga tenuto nella giusta considerazione il servizio di chi è chiamato a ruoli di alta responsabilità dirigenziale, è necessario e improcrastinabile che il Governo si renda parte attiva affinché si chiuda concretamente la citata fase negoziale, per realizzare gli obiettivi sia dell’adeguamento delle indennità accessorie, sia l’incremento delle risorse disponibili per la relativa contrattazione rimuovendo così quello che, oggettivamente, appare essere una penalizzazione non comprensibile;
d) Abrogazione dei commi 5 e 6 dell’art. 46 del citato decreto legislativo n. 95/17 poiché, tenuto conto dell’architettura della contrattazione limitata ai soli aspetti normativi e delle indennità accessorie di cui al richiamato art. 46, senza l’abrogazione dei citati commi, si introdurrebbe un meccanismo che, di fatto, ridurrà illegittimamente lo stipendio dei dirigenti di pubblica sicurezza;
e) Abrogazione del limite del 50% della norma che finanzia la previdenza dedicata per il personale del Comparto Sicurezza e incremento del finanziamento, anche attraverso risparmi di gestione delle Amministrazioni interessate, per lenire progressivamente il nocumento arrecato dalla mai avviata previdenza complementare per il comparto. Appare necessario individuare, proprio mediante un meccanismo di previdenza dedicata, degli strumenti che consentano di limitare gli effetti negativi del sistema contributivo che già da qualche anno, sta determinando su molte pensioni di vecchiaia, sensibilmente più basse dell’ultimo stipendio e peggio ancora, senza gli urgenti correttivi che sollecitiamo, determinerà, nel medio e lungo periodo, una forte penalizzazione che rischia di portare a pensioni che non garantiranno neppure il limite del 60% nel rapporto tra ultima retribuzione percepita e pensione;
f) Delega per i necessari correttivi al D.lgs. n.95/17 (riordino dei ruoli e delle funzioni), alla luce delle gravi criticità emerse in fase di prima applicazione, in particolare per i vuoti di organico che si registrano nei ruoli a cui è attribuita la funzione strategica e i poteri degli Ufficiali di P.G. che le attuali norme non consentono di ripianare;
g) Detassazione delle indennità accessorie;
h) Pieno riconoscimento nei confronti del personale del Comparto Sicurezza e Difesa dell’articolo 2108 del codice civile il quale dispone che “In caso di prolungamento dell’orario normale, il prestatore di lavoro deve essere compensato per le ore straordinarie con un aumento di retribuzione rispetto a quella dovuta per il lavoro ordinario” con oneri che, come già detto al precedente punto b), non devono gravare sui fondi destinati alla contrattazione collettiva.
Per tutto quanto premesso, le OO.SS. firmatarie della presente confidano di essere audite prima della predisposizione della “Legge di Bilancio” ai sensi dell’art. 8 bis del d.lgs 195 del 1995 per meglio esplicitare la reale situazione del Comparto e per consentire all’Esecutivo di assumere le più opportune determinazioni.

Ossequiosamente.

Roma, 1 Settembre 2023

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