Roma, 12 marzo 2024
MINISTERO DELL’INTERNO
DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
SEGRETERIA DEL DIPARTIMENTO
UFFICIO RELAZIONI SINDACALI DELLA POLIZIA DI STATO
OGGETTO: Illogica ed inutile pretesa di impiegare il personale per oltre 14 ore di servizio continuativo. Una negazione dei diritti e della incolumità dei Poliziotti che non può trovare spazio nella nostra Amministrazione.
Dal sito del Ministero dell’Interno:
Lunedì 26 Febbraio 2024
«Oggi è stato fatto segnare un altro importante risultato nell’azione di contrasto alle organizzazioni criminali». Lo ha dichiarato il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, a proposito dell’operazione, coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Bari, che oggi ha visto impegnati nel capoluogo pugliese oltre mille agenti della Polizia di Stato. Centrotrenta le persone tratte in arresto, accusate di associazione mafiosa, traffico di droga, ingerenza elettorale, estorsione e rapina.
«I risultati conseguiti ogni giorno su questo fronte sono la riprova di un impegno corale nella lotta alle mafie e testimoniano la professionalità e le capacità delle Forze dell’ordine, che ringrazio per il loro impegno sul territorio, impegno grazie al quale è possibile garantire a tutti i cittadini, nei contesti più diversi, sicurezza e legalità» ha aggiunto il titolare del Viminale sottolineando come «questi interventi forniscano risposte concrete alle comunità locali e rafforzino la presenza dello Stato in contesti difficili».
Le misure cautelari riguardano persone appartenenti o collegate all’organizzazione mafiosa Parisi – Palermiti.
Sono ritenute responsabili di estorsioni, porto e detenzione di armi, spaccio di droga, turbata libertà degli incanti, estorsioni collegate a manifestazioni sportive e ingerenza elettorale, reati aggravati dal metodo mafioso.
Nel corso delle lunghe indagini, sfociate nell’operazione condotta dalla squadra mobile di Bari e del Servizio centrale operativo (Sco) della Polizia di Stato, sono state documentate le attività dell’organizzazione mafiosa: dalle cerimonie di affiliazione, alle estorsioni fino all’ingerenza in diversi settori della vita sociale e amministrativa locale, con interferenze anche nelle elezioni amministrative 2019 e in competizioni sportive locali.
Oltre alle misure personali sono stati sequestrati beni (contanti, immobili, capitali e prodotti di lusso) per un totale di 20 milioni nei confronti di 16 degli indagati
La notizia, chiaramente, è stata riportata da numerose testate giornalistiche nazionali, televisioni, carta stampata, social network, ecc..
Ora, nel congratularci anche noi per l’eccellente lavoro dei nostri Colleghi che, con sacrificio ed abnegazione, hanno svolto lunghe indagini, e gli altri che a loro si sono uniti per concludere brillantemente l’importante operazione, ci chiediamo se è giusto che sia stata data possibilità a taluni di fare in modo che il comunicato sopra riportato poteva concludersi con sentite parole di vicinanza nei confronti di alcuni Poliziotti andati fuori strada con l’autovettura di servizio a causa di un improvviso colpo di sonno dell’autista che, inopportunamente, per risparmiare due soldi e/o farli pagare al personale, a termine dell’operazione in questione è stato obbligato a rientrare in sede (tre ore di viaggio) dopo ben oltre 10 ore consecutive di un servizio che certamente è stato oltremodo impegnativo tanto sul lato psicologico che fisico.
La stanchezza avrebbe potuto causare un grave incidente (colleghi feriti) ma per fortuna è andata bene. Resta il fatto, gravissimo, che sono state create le premesse perché potesse verificarsi… e questo è inaccettabile!
Al fine di contribuire alla complessa operazione di polizia sopra riportata, difatti, tra le centinaia di Poliziotti inviati a Bari già nella mattinata del 25 febbraio scorso, vi erano anche numerosi Colleghi di Salerno (7 equipaggi della Squadra Mobile della Questura per complessivi 20 dipendenti, 3 equipaggi della locale SISCO per complessivi 6 dipendenti), che nel capoluogo pugliese sono stati comandati in servizio già dalle ore 23:00 del medesimo giorno 25 e che al termine dello stesso si sono visti imporre di rimettersi subito in viaggio (3 ore di auto) e rientrare in sede.
Cinque equipaggi della Squadra Mobile hanno fatto ritorno a Salerno alle 13:00 (dopo 14 ore continuative di servizio), il sesto equipaggio è tornato alle 14:00 (dopo 15 ore ininterrotte di servizio). Uno dei tre equipaggi della SISCO è rientrato a Salerno alle 13:30 (ha effettuato 14 ore e trenta minuti continuative di servizio) mentre gli altri due, che avevano concluso la loro attività a Bari alle ore 13:00 è stato inizialmente imposto di rientrare immediatamente a Salerno con la previsione di esperire almeno 17 ore di servizio (compreso il rientro) senza soluzione di continuità, per poi concedere loro un breve riposo (circostanza verificatasi quando il personale ha chiesto contezza su chi si assumeva la responsabilità in caso di sinistro stradale dovuto al lungo impiego) e quindi farli rientrare per le 21:30.
Una volta rientrati in sede alcuni pare abbiano anche ricevuto delle “ramanzine” per le innumerevoli ore di straordinario richieste … forse con l’intento di indurli a dichiarare meno ore di straordinario rispetto a quelle esperite.
Siamo sconcertati da tali condotte!
Ma non solo … quattro colleghi della SISCO dovranno anche sopportare un danno economico avendo essi pagato la struttura ricettizia per due notti, come peraltro previsto nella programmazione settimanale dei servizi che indicava nel giorno 27 la data del rientro a Salerno. Essendo loro poi rientrati il 26 (sono stati obbligati a farlo) non si vedranno difatti rimborsata la spesa di una delle due notti.
Tutto ciò premesso, non escluso altresì che uguale inammissibile trattamento sia stato riservato a personale inviato a Bari da altre provincie, ciò che emerge in tutta la sua inconfutabilità è un’organizzazione del lavoro e una gestione del personale molto simile a quelle organizzazioni del lavoro contro cui lo Stato si batte da sempre e che comunemente definiamo “caporalato”.
Codesto Ufficio è chiamato ad intervenire in merito a quanto sopra denunciato, censurando detti fatti ed imponendo l’obbligo di salvaguardare l’incolumità del personale oltre che il rispetto dei loro diritti statuiti dalle norme dello Stato … non ultimo l’art. 4 della Legge 417/1978 il quale prevede che: “Il dipendente inviato in missione anche per incarichi di lunga durata deve rientrare giornalmente in sede qualora la natura del servizio che esplica, riferita alle possibilità pratiche del rientro, lo consenta e la località della missione non disti, dalla sede di servizio, più di novanta minuti di viaggio, con il mezzo più veloce, desumibili dagli orari ufficiali dei servizi di linea.”.
Nel caso di specie l’ordine di rientrare in sede dopo oltre 14 ore di servizio ininterrotto non era giustificato né dalla natura del servizio effettuato e nemmeno dalla distanza tra la sede di Salerno e quella di Bari, che abbisogna di circa 3 ore di viaggio.
In attesa di cortese urgente riscontro, l’occasione è gradita per inviare i più Cordiali Saluti.
La Segreteria Nazionale del COISP