Consigli per le ricompense per lodevole comportamento. Lettera al Capo della Polizia

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Premi e ricompense
Premi e ricompense

Roma, 15 giugno 2022

AL SIGNOR CAPO DELLA POLIZIA
Direttore Generale della Pubblica Sicurezza
Prefetto Lamberto Giannini

OGGETTO: Consigli per le ricompense per lodevole comportamento.

Preg.mo Signor Capo della Polizia,
il COISP già lo scorso anno ha rilevato e denunciato un insieme di questioni relative al funzionamento del Consiglio per le ricompense per lodevole comportamento che si occupa di deliberare in merito alle proposte di conferimento delle Lodi e degli Encomi.
Dispiace constatare che non solo nulla è cambiato ma addirittura la situazione risulta anche peggiorata in modo veramente allarmante.
Tralasciando, per il momento, la sempre più evidente e insopportabile disomogeneità di giudizio, che si può rilevare tanto per le conclusioni provvedimentali dei singoli Consigli quanto nel confronto tra le deliberazioni di due Consigli, con fatti caratterizzati da elementi praticamente sovrapponibili che vengono giudicati in maniera eccessivamente differente e quasi arbitraria, in questa circostanza riteniamo opportuno sottolineare, anche per gli evidenti profili di legittimità e responsabilità che si assumono nei confronti del personale della Polizia di Stato, il tentativo di marginalizzare del ruolo delle Organizzazioni Sindacali all’interno del processo decisionale che porta all’attribuzione di Lodi ed Encomi, che rappresentano l’unico sistema di apprezzamento dell’Amministrazione di P.S., che Lei dirige, verso l’operato delle Donne e degli Uomini della Polizia di Stato.
Da tempo moltissime proposte premiali subiscono un declassamento oppure, in pari misura, un completo disconoscimento di qualsiasi merito, ovvero vengono completamente bocciate.
Al fine di chiarire ulteriormente l’entità del problema, evidenziamo che i risultati delle ultime sedute del Consiglio hanno visto, con il voto sempre prevalente dei componenti designati dall’Amministrazione, il declassamento di circa il 70% delle proposte fatte dai Questori.

Tutto ciò, come è immaginabile e scontato, sta portando al non lusinghiero risultato di ridurre le spinte motivazionali, lo spirito di corpo e il senso di appartenenza del personale in servizio.

La pericolosa sottrazione ai Questori dell’unico strumento di premialità dei Poliziotti che si sono particolarmente distinti nello svolgimento della propria funzione ha inoltre come conseguenza la svilente perdita di credibilità degli stessi Questori agli occhi del personale.
Ciò avviene a causa delle procedure del tutto censurabili che il Consiglio, in assenza di una disciplina specifica alla quale attenersi, sta adottando per deliberare in merito alle segnalazioni fatte dai Questori su tutto il territorio nazionale. In effetti, nei giorni immediatamente antecedenti alla riunione del Consiglio le proposte premiali vengono ripartite proporzionalmente tra i componenti designati dall’Amministrazione i quali si concentrano sull’analisi di quelle – e solo quelle – posizioni loro affidate. Il giorno della riunione, poi, il Presidente del citato consesso affida la parola pro quota ai singoli dirigenti incaricati i quali, sulla base della valutazione degli atti sostanzialmente precostituita e soprattutto non partecipata e argomentata nel contesto della riunione, si limitano a leggere rapidamente il numero della proposta e l’esito che loro – e solo loro – hanno definito.

Fatta salva qualche circostanza in cui, dopo decise rimostranze di questa Organizzazione Sindacale, si è riusciti ad ottenere un minimo di analisi per alcune proposte premiali, per la stragrande maggioranza di esse si assiste solo ad un ripetersi, da parte del componente designato dall’Amministrazione, della seguente frase: “PROPOSTA NUMERO __”, “SI” oppure “NO” oppure ancora “MENO 1” o “MENO 2” (a significare di quanto viene declassata la proposta) oppure ancora “RESTITUITA AL QUESTORE”.

Lo svolgimento della riunione con le richiamate modalità sembra assimilabile alla
partecipazione alle estrazioni del lotto, deprimente e mortificante non solo il ruolo delle Organizzazioni Sindacali all’interno dei predetti Consigli ma, per ciò che più conta, fortemente irrispettoso sia delle attività svolte dalle Donne e Uomini dalla Polizia di Stato (che tanto impegno hanno profuso nelle attività per le quali sono stati segnalati), sia della figura dei Questori che dette proposte hanno formulato e sottoscritto, analizzandone quindi già a priori i fatti e la rispondenza ai criteri statuiti per l’attribuzione delle ricompense premiali.

L’applicazione di tale metodo rappresenta evidentemente una violazione del precetto normativo che individua il Consiglio come organo collegiale decisorio e non meramente ratificante la decisione del singolo componente, nel contesto del quale dovrebbe essere valutata collegialmente la singola posizione per favorire un dibattito partecipato nel rispetto del principio del corretto contraddittorio, tale da consentire di maturare una decisione equa e rispettosa dei precetti che regola l’azione amministrativa.

Il rispetto pedissequo dei principi economicità, efficacia, efficienza, imparzialità, pubblicità e trasparenza non potrà di fatto essere assicurato in un contesto che opera ponendo i membri del Consiglio nelle condizioni di esaminare un numero limitato di posizioni e che, sostanzialmente, anticipa la decisione finale in un lasso temporale antecedente alla riunione. Signor Capo della Polizia, riteniamo che ogni deliberazione assunta con tali modalità possa rappresentare la figura sintomatica dell’eccesso di potere e della violazione di legge e come tale essere passibile di censura da parte della competente Autorità Giudiziaria.

In considerazione di quanto evidenziato, chiediamo alla Preg.ma S.V. di valutare ogni possibile intervento affinché l’illegittimità di cui sopra venga immediatamente rimossa, anche attraverso l’introduzione di un iter procedimentale che disciplini capillarmente la materia. Con sincera e profonda stima,

Il Segretario Generale del COISP
Domenico Pianese

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