Carriera dei medici della Polizia di Stato alla luce delle modifiche introdotte dal riordino delle carriere

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Roma, 24 giugno 2019

AL SIGNOR VICE CAPO DELLA POLIZIA
Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza
Prefetto Alessandra Guidi

OGGETTO: Carriera dei medici della Polizia di Stato alla luce delle modifiche introdotte
con D. Lgs. 29 maggio 2017, n. 95 e successive modifiche.

Il D. Lgs. 29 maggio 2017, n. 95 ha apportato profonde innovazioni nell’ordinamento del
personale della Polizia di Stato e, in particolare, anche relativamente all’accesso e alla
progressione in carriera per il ruolo dei funzionari e dei dirigenti della Polizia di Stato,
considerato che è stato introdotto un riconoscimento dirigenziale a partire dalla qualifica di vice questore aggiunto, alla quale si accederà, al termine della fase transitoria, mediante scrutinio a ruolo chiuso e superamento di un corso di formazione dirigenziale.
Tale modifica ha coinvolto anche il personale appartenente al ruolo dei medici e medici
veterinari, per i quali il novellato art. 46 del D. Lgs. 5 ottobre 2000, n. 334 ha previsto
che l’accesso alla qualifica iniziale avvenga mediante concorso pubblico, per titoli ed esami,
al quale possono partecipare i candidati in possesso della laurea in medicina e chirurgia e del diploma di specializzazione nelle discipline individuate nei bandi di concorso e dell’abilitazione all’esercizio professionale ed iscrizione al relativo albo.
È stato previsto, inoltre, un innalzamento a 35 anni dell’età massima per l’accesso proprio
in virtù dei numerosi titoli di studio richiesti, considerato che il precedente disposto normativo del citato art. 46 prevedeva il mero possesso della laurea in medicina e chirurgia.
L’inserimento di specialisti nelle varie branche mediche, a differenza del recente
passato, in cui il funzionario medico completava il proprio percorso, molto spesso, dopo
l’assunzione in servizio, ha comportato che:
1. Gli specialisti medici vengono inseriti nel ruolo dei funzionari con la qualifica di medico
principale e vengono equiparati ai medici non specialisti o con specializzazione conseguita successivamente, con il conseguente appiattimento professionale ed economico-stipendiale degli stessi verso il basso, laddove presso altre Pubbliche Amministrazioni (ad es. Aziende ospedaliere) il superamento di più concorsi per il completamento degli studi magistrali e specialistici comporta un inserimento diretto nelle qualifiche dirigenziali; pertanto, l’attuale disciplina per all’accesso alla carriera dei medici di Polizia costituisce un unicum, in senso negativo, nel panorama pubblico.
2. Oltre ai predetti aspetti dequalificanti dal punto di vista professionale ed economico,
l’introduzione come requisito di accesso del diploma di specializzazione e dell’abilitazione professionale ed iscrizione all’albo penalizza eccessivamente tali professionisti in ragione dell’età anagrafica media di immissione in servizio, che potrebbe essere di almeno 4-5 anni superiore rispetto a quella dei colleghi ufficiali delle Forze di Polizia già in servizio, con effetti negativi anche sul trattamento pensionistico, basato sul sistema contributivo.
3. Si sottolinea, inoltre e non secondariamente, che trattandosi di professionisti con attività
libero professionali già avviate, a differenza del passato, l’eventuale assegnazione a sedi
del centro-nord Italia penalizzerebbe notevolmente tutti coloro che, provenienti da altri
contesti territoriali, dovrebbero avviare ex novo la propria attività lavorativa privata.
4. Da ultimo il successivo passaggio al ruolo dirigenziale, vale a dire alla qualifica di medico capo, è sottoposto a scrutinio per merito comparativo, nei limiti dei posti disponibili, e a superamento del corso di formazione dirigenziale con esame finale, con ulteriore slittamento dei tempi per l’accesso alla qualifica dirigenziale, che presso altre Pubbliche Amministrazioni è, al contrario, immediato ed automatico.
È notizia di questi giorni che vi è una notevole carenza di personale medico presso
il Servizio sanitario nazionale, soprattutto specializzato, per cui il disallineamento delle carriere dei medici della Polizia di Stato rispetto agli altri contesti lavorativi nazionali, a parità di titoli accademici post lauream richiesti, potrebbe comportare presumibili rinunce da parte dei frequentatori del corso di formazione iniziale, attualmente in corso, e indirizzare per il futuro le migliori professionalità verso altre Pubbliche Amministrazioni, valutato che le principali mancanze si registrano proprio in relazione alle specializzazioni di interesse per la nostra Amministrazione.
Il COISP chiede, pertanto, una rivalutazione complessiva del quadro normativo relativo
ai requisiti di accesso alla carriera dei medici di Polizia, poiché la riforma introdotta con il D.
Lgs. 95/2017 pare non aver tenuto conto che la richiesta di competenze superiori deve
necessariamente accompagnarsi ad un riconoscimento paritario rispetto a quanto accade per altri concorsi pubblici, pena la costituzione di una classe di funzionari medici demotivata
e sottopagata.

Con profonda e sincera stima.

Il Segretario Generale del COISP
Domenico Pianese

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