COISP: CARABINIERE UCCISO, MORTO PER COLPA DI CHI HA DECISO DEL SUO LAVORO

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COMUNICATO STAMPA DEL 04 NOVEMBRE 2012

Oggetto: Carabiniere di quartiere ucciso a Lodi, il Coisp: “Morto ammazzato in strada da solo per colpa di chi ha deciso le modalità del suo lavoro, disponendo così della sua esistenza, ma che adesso non ne risponderà. I vertici delle Amministrazioni si assumano le responsabilità delle proprie decisioni”

“Il Carabiniere di quartiere ucciso a Lodi è morto ammazzato in mezzo alla strada, in solitudine, e con la massima libertà d’azione per il suo assassino, per colpa di chi ha deciso le modalità del suo lavoro, disponendo così della sua esistenza, con la leggerezza e l’irresponsabilità tipiche di chi se ne frega delle sorti degli Uomini e delle Donne che invece prestano il proprio servizio allo Stato e ai cittadini con diligenza e onore. Purtroppo però nessuno risponderà dell’assurda decisione di averlo spedito da solo in servizio. Sarebbe ora invece che i vertici delle Amministrazioni, e con essi tutti i rappresentanti politico istituzionali di questo Paese, si assumessero le proprie responsabilità, pensandoci bene quando assumono decisioni e prendono provvedimenti che trasformano il nostro lavoro e le nostre vite in un inferno”.

Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, torna così sulla notizia della morte di un Carabiniere di quartiere, assassinato sabato a Lodi con tre colpi di pistola, mentre era in servizio da solo, come del resto molti dei colleghi che svolgono la medesima attività.

“Chi guida il lavoro altrui ed è responsabile di migliaia di vite – insiste Maccari – assieme agli onori del ruolo che ricopre, deve assumersi anche gli oneri, e tra questi vi è senz’altro il dovere di rispondere delle scelte errate che si fanno, della cattiva gestione di interi uffici, di un’amministrazione improntata al risparmio e però bene attenta a non sfiorare i privilegi di pochi ma sempre prodiga di restrizioni e sacrifici a carico dei comuni cittadini, primi fra tutti gli Appartenenti al Comparto Sicurezza obbligati a rispettare comunque gli ordini”.

“Ma rispettare gli ordini in servizio non vuol dire subire bovinamente e in silenzio ogni sorta di assurdità – si infuria il Segretario del Coisp -. Ecco perché non taceremo mai di fronte alle storture che anche questo Governo intende mettere in campo e che ci costringeranno a condizioni lavorative sempre più proibitive e dannose per la nostra salute, sempre più rischiose per la nostra incolumità, sempre più insostenibili per i colleghi e per le rispettive famiglie. Non taceremo, in questo specifico momento, di fronte all’intenzione inammissibile di costringere i colleghi a restare in servizio fino a 60 anni, a meno di non accettare di subire ingiuste penalizzazioni, a svolgere attività e servizi troppo pesanti e rischiosi persino per i più giovani. Il Governo, ed il Ministro Fornero in particolare, dovrebbero decidere da soli di fare dietro front al più presto, perché avranno altrimenti sulla coscienza feriti e morti di cui dovranno dare conto, proprio come oggi i vertici dell’Arma dovrebbero rispondere della vita del Carabiniere Giovanni Sali”.

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