UCCISO DURANTE INSEGUIMENTO, ASSOLTO AGENTE CHE SPARÒ La madre in aula urla, «me lo avete ammazzato due volte» (ANSA)

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ROMA: UCCISO DOPO INSEGUIMENTO SU GRA, ASSOLTO POLIZIOTTO = Roma, 15 lug. – (Adnkronos) – È stato assolto «perchè il fatto contestato non costituisce reato» l'agente di pubblica sicurezza Michele Paone che la notte tra il 29 e 30 luglio del 2011, al termine di un inseguimento lungoil Gra uccise con un colpo di pistola Bernardino Budroni di 40 anni. Omicidio colposo aggravato dall'eccesso di uso delle armi era l'accusa contestata ma il giudice monocratico ha affermato che l'agente ha fatto uso legittimo delle armi. Budroni era stato inseguito mentre era a bordo della sua auto dopo aver avuto in via Quintilio Varo a Cinecittà una violenta discussione con la sua ex fidanzata. Fu lei a chiamare gli agenti che lo rintracciarono sul Gra e si misero a inseguirlo ad alta velocità. La sentenza ha provocato le ire della madre e della sorella della vittima e anche di altri amici che erano venuti in tribunale. Presente anche Ilaria Cucchi, sorella di Stefano Cucchi. Per il poliziotto il pm Giorgio Orano aveva chiesto due anni e sei mesi. (Saz/Col/Adnkronos)

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UCCISO DURANTE INSEGUIMENTO, ASSOLTO AGENTE CHE SPARÒ La madre in aula urla, «me lo avete ammazzato due volte» (ANSA) – ROMA, 15 LUG – Fu ucciso durante un inseguimento iniziato sulla Tuscolana e finito sul Grande Raccordo Anulare. Un poliziotto sparò contro l'auto di Bernardino Budroni per fermarla: Budroni fu raggiunto da un proiettile e morì. Era il 30 luglio del 2011 e l'uomo fuggiva dalla polizia chiamata dall'ex fidanzata che accusava l'uomo di stalking. Spaventata chiamò il 113, le volanti arrivarono e Budroni fuggì. Poi l'inseguimento e la morte sul Gra. Oggi l'agente Michele Paone è stato assolto, con la formula perchè il fatto non costituisce reato: nei suoi confronti il tribunale ha riconosciuto l'uso legittimo delle armi. La Procura aveva sollecitato una condanna a 2 anni e sei mesi di reclusione. «Me lo hanno ammazzato per la seconda volta». Così la madre di Bernardino Budroni dopo la lettura della sentenza con cui il giudice monocratico di Roma ha assolto un agente di polizia dall'accusa di eccesso colposo per uso improprio dell'arma. «Adesso diranno che 'Dinò si è sparato da solo – ha continuato Claudia, la sorella della vittima – La gente della giustizia dopo una cosa del genere dovrebbe guardarsi dentro. È uno schifo». Dopo alcuni minuti, trattenuta a stento da Ilaria Cucchi, presente al momento della lettura, la donna ha aggiunto rivolgendosi ad alcuni agenti di polizia in borghese: «Adesso sparate a me se avete coraggio. A me non mi fate paura». L'avvocato di parte civile, Fabio Anselmo, si è detto «sorpreso dalla sentenza» affermando di «condividere l'amarezza della famiglia».(ANSA).

 

 

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