COMUNICATO STAMPA DEL 29 OTTOBRE 2012
Oggetto: Speziale vuole tornare allo stadio ed annuncia querele e richieste di risarcimento. Il Coisp: “Dopo aver ucciso un padre di famiglia non trova un briciolo di dignità per andarsi a nascondere in silenzio. Ci provoca il voltastomaco.”
“Al peggio non c’è mai fine, e così non solo abbiamo pianto la morte di uno stimato collega soffocati nello sgomento per l’atroce ingiustizia di vederlo strappato alla vita per una partita di calcio, adesso assistiamo nauseati al fatto di vederne oltraggiato anche il ricordo, e con esso il simbolo di tutto quanto Filippo Raciti incarnava, dall’insopportabile arroganza di chi lo ha ucciso e nonostante ciò non trovadentro di se il briciolo di dignità sufficiente per ritirarsi nel silenzio in buon ordine. In effetti vorremmo anche noi che Speziale tornasse allo stadio, ma solo per venire ricoperto di fischi dall’intera tifoseria, quella almeno che si occupa solo del calcio come sport e non come occasione di dare sfogo alla violenza cieca, bestiale, criminale”.
E’ questo il commento di Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, alle notizie rimbalzate ieri sugli organi di informazione a proposito del fatto che Antonino Speziale, uno dei due giovani ultra etnei condannati per la morte dell’Ispettore Capo di Polizia FilippoRaciti, ha annunciato querele e richieste di risarcimento danni. Tale intenzione, resa nota dai legali diSpeziale, deriva dal fatto che il Daspo di cinque anni nei confronti dell’ultra è scaduto ma lui non èpotuto tornare allo stadio perchè sul sistema computerizzato di emissione dei biglietti di Catania-Juventus appariva la scritta “rivolgersi in Questura”. Per la tragedia del 2 febbraio del 2007, con gliscontri che portarono alla morte dell’Ispettore Filippo Raciti, Speziale è stato condannato per omicidiopreterintenzionale a otto anni di reclusione. Contro la sentenza è pendente ricorso in Cassazione che siterrà il prossimo 14 novembre.
“Non siamo qui a discutere – aggiunge Maccari – sul fatto che Speziale debba o meno tornare allo stadio, ci sono regole scritte per questo, ed a nulla vale il fatto che crediamo fermamente che certi soggetti debbano essere banditi a vita dai campi di calcio. Ma ci sono anche regole non scritte che in certi casi impongono atteggiamenti ben diversi da quelli che questo ‘povero ultra così penalizzato’ sta tenendo. E’ altamente significativo che il primo e forse l’unico pensiero del signor Speziale sia quello di non poter assistere alle partite di calcio e di volere intascare un po’ di soldi da quello Stato che non potrebbe mai risarcire per la perdita che gli ha fatto subire. E’ la riprova, ove mai ce ne fosse bisogno, dell’importanza che il signor Speziale dà alla vita umana, così poca da non provare alcuna vergogna a recriminare pubblicamente e istericamente per non essere riuscito a entrare allo stadio nonostante sia stato responsabile dell’uccisione di un padre di famiglia”.
“Il nostro primo pensiero invece – conclude il Segretario del Coisp – è per i familiari di Filippo, offesi e costretti a subire l’osceno spettacolo di chi gli ha tolto per sempre un figlio, un fratello, un marito, un padre, un amico, nonché per tutti i suoi colleghi, per tutti noi, che ci misuriamo ogni giorno con servizi che ci portano dove la nostra vita non conta poi molto per tanti di quelli che incrociamo, in strada… allo stadio… in molti palazzi istituzionali”.
Ufficio Stampa Co.I.S.P. Nazionale – Responsabile: Olga Iembo Collaboratori: Antonio Capria, Piero Affatigato