Nuovo assetto organizzativo delle UOPI nell’ambito dei Reparti Prevenzione Crimine – Richiesta istituzione tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali

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Roma, 17 gennaio 2020

MINISTERO DELL’INTERNO
DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
Segreteria del Dipartimento
Ufficio per le Relazioni Sindacali
c.a. Signor Direttore, Vice Prefetto Maria De Bartolomeis

OGGETTO: Nuovo assetto organizzativo delle UOPI nell’ambito dei Reparti Prevenzione Crimine – Richiesta istituzione tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali.

Il 29 maggio 2018, a seguito della richiesta di questa organizzazione sindacale, fu tenuta,
presso il Dipartimento, una riunione volta a discutere i contenuti della scheda informativa trasmessa dall’Amministrazione alle OO.SS. con nota del 4 maggio 2018, relativa alla volontà dell’Amministrazione di collocare le Unità Operative di Primo Intervento (UOPI), allora presenti presso gli U.P.G. e S.P. delle Questure delle principali città italiane, nell’ambito dei Reparti Prevenzione Crimine e Unità distaccate alle dirette dipendenze della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, nonché di collocare le UOPI presenti presso gli aeroporti di Milano Malpensa e Roma Fiumicino nell’ambito degli Uffici di Polizia di Frontiera, operando in questo caso alle dipendenze della Direzione Centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere.
Detta riunione fu presieduta dal Vice Capo della Polizia con funzioni vicarie,
Prefetto Luigi Savina, coadiuvato dall’allora Direttore Centrale Anticrimine, Prefetto Vittorio Rizzi, dal Direttore Centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere, Prefetto Massimo Bontempi, dal Direttore del Servizio Sovrintendenti, Assistenti ed Agenti della Direzione Centrale per le Risorse Umane, Dott.ssa Tiziana Terribile e dalla S.V., Direttore dell’Ufficio per le Relazioni Sindacali.
Il COISP, nel proprio intervento, rimarcò le proprie perplessità, già formalmente espresse
in precedenza, circa il progetto di far dipendere parte delle UOPI dalla Direzione Centrale Anticrimine e parte dalla Direzione Centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere, sulla base della valutazione che questa scelta potesse essere causa di difformi modalità gestionali e formative, nonché di una deleteria perdita di capacità operativa, e auspicò una dipendenza delle predette UOPI da un’unica Direzione Centrale.
Pretese comunque, tra le molteplici richieste avanzate a tutela dei diritti dei Poliziotti
delle UOPI, che il passaggio delle Unità Operative nell’ambito dei Reparti Prevenzione Crimine non comportasse alcuna interruzione degli istituti di cui il personale fruiva (straordinario programmato, reperibilità, etc…) e che nulla venisse modificato nella gestione funzionale ed amministrativa e nelle modalità di addestramento.
Al riguardo ricevette ampie rassicurazioni.
Il 22 agosto 2018 codesto Ufficio informava le OO.SS. più rappresentative che era stato adottato un «rinnovato assetto organizzativo», che attribuiva ai Reparti Prevenzione Crimine le competenze gestionali del personale, delle attrezzature e dei mezzi, sia che insistessero nella stessa sede, sia nelle sedi distaccate, con la rassicurazione che le Unità avrebbero continuato a svolgere l’ordinaria, quotidiana attività di prevenzione nelle città dove avevano sede e presso le quali erano istituite.
Ebbene, già in data 6 novembre 2018 con nota recante prot.1111/18 S.N., la Federazione COISP si trovava costretta a denunciare al Suo Ufficio che, nei fatti, le garanzie fornite nel corso della riunione del 28 maggio 2018 non si erano trasformate in atti concreti, valutato che al personale delle UOPI, ormai transitato alle dipendenze dei Reparti Prevenzione Crimine, era di fatto negata la possibilità di effettuare straordinario programmato, di aderire all’istituto della reperibilità e di addestrarsi con le medesime modalità adottate in precedenza, vale a dire nell’ambito dell’orario lavorativo, al fine di garantire la dovuta preparazione, anche atletica, necessaria all’adempimento dei particolari compiti affidati.
Detta denuncia veniva rimarcata in data 3 dicembre 2018 (nota prot.1238/18 S.N.),
con la quale venivano evidenziate ulteriori problematiche emerse a seguito della citata immissione delle UOPI nei RPC, quali anche il mancato riconoscimento dell’indennità prevista per compensare i cambi turno, e ulteriormente ribadita con nota prot.310/19 S.N. del 22 marzo 2019.
Con nota prot.1298/19 S.N. del 29 novembre u.s., inoltre, sono state poste in evidenza
anche gravi problematiche logistiche ed operative, derivanti proprio dal transito di inquadramento nell’ambito dei Reparti Prevenzione Crimine.
Nonostante le continue sollecitazioni ad intervenire per risolvere i numerosi problemi sorti,
l’Amministrazione della P.S. ha ritenuto di non dover fornire alcun chiarimento, di non definire centralmente le delicate questioni presentate, sia per quanto concerne la gestione dell’operatività, sia relativamente agli istituti giuridici applicabili al personale, nonostante la delicatezza dei compiti svolti dalle UOPI e l’importanza che le stesse rivestono nella prevenzione e nel contrasto al terrorismo e alle attività criminali di particolare rilevanza.
Si è preferito adottare un atteggiamento poco chiaro, rimettendo alle personali interpretazioni dei vari dirigenti dei Reparti Prevenzione Crimine la gestione delle Unità Operative.
In aggiunta a quanto già rilevato con le predette note e mai affrontato dall’Amministrazione:
− purtroppo si è constatato, che taluni dirigenti, non volendo assumersi alcuna responsabilità, contravvengono addirittura a quanto chiaramente previsto nel decreto istitutivo, non autorizzando certe attività peculiari, quali, ad esempio, i sopralluoghi e le mappature dei siti, sostenendo di non aver ricevuto indicazioni chiare in tal senso: i sopralluoghi e le mappature sono fondamentali nella attività ordinaria e non si comprende il timore di autorizzare il personale qualificato ad espletare il servizio de quo, indossando abiti civili, in modo da consentire il mantenimento di un basso profilo, che permetta di effettuare attente analisi e valutazione dei siti interessati.
− Si è rilevato, inoltre, come molto spesso il personale qualificato UOPI venga impiegato al pari degli altri operatori dei Reparti Prevenzione Crimine, laddove il transito non era stato inteso come un potenziamento dei reparti, ma come uno spostamento strategico in modo da garantire un coordinamento delle UOPI in caso di criticità nell’area di competenza territoriale dei RPC, al fine di tutelare l’incolumità sia degli operatori sia della popolazione.
− È stato più volte ribadito che le UOPI debbano intervenire anche per il contrasto di reati di grave entità, non necessariamente riconducibili al terrorismo, ma questa potenziale possibilità di impiego non è stata mai attuata.
− Si è rilevato un arretramento nelle modalità di addestramento e di mantenimento fisico,
infatti le circolari che disciplinano le predette attività prevedono che si devono svolgere
“almeno una volta al mese”, limite che è diventato ormai rigido ed insuperabile, fatta eccezione per qualche illuminato Dirigente, riducendo i predetti spazi addestrativi ad una giornata al mese che dovrebbe consentire sia le esercitazioni al tiro con le armi in dotazione che nelle tecniche operative, ignorando le reali esigenze formative del personale delle UOPI.

− Non meno importante è la questione, già più volte sollevata e mai affrontata e risolta,
dell’inaccettabile situazione economica, cui gli operatori delle UOPI devono sottostare,
considerato che i già inadeguati monte ore degli straordinari emergenti dei RPC devono
far fronte anche alle esigenze delle Unità Operative, cui si è cercato di far fronte
con un incremento, non sufficiente, disposto a partire dalla mensilità di luglio 2019.
− Analoga questione è sorta relativamente all’utilizzo dell’istituto della reperibilità che non viene attribuito agli operatori delle UOPI negando quindi la predisposizione di una squadra pronta ad intervenire h24, mentre in precedenza era predisposta presso le Questure
una programmazione settimanale comprensiva delle presenze qualificate.
− Anche per quanto concerne la definizione di un adeguato progetto di straordinario programmato, come già più volte rilevato, sono sorte numerose difficoltà, valutato che spesso tale istituto viene utilizzato impropriamente per coprire il tempo destinato ai viaggi di trasferimento per i servizi fuori sede dei RPC e non viene destinato ad attività peculiari della UOPI.
− In violazione dell’ANQ, si sono verificati frequenti casi di impiego dei dipendenti per più
di due domeniche al mese, inoltre le poche presenze qualificate remunerate (nel numero di 2/3 unità annue) sono state programmate nella giornata del riposo settimanale, violando l’A.N.Q. e senza fornire adeguata informazione ai diretti interessati e alla sala operativa della Questura.
− In alcuni casi, come a Roma, il transito ai RPC ha comportato che quasi 30 operatori delle UOPI siano costretti a condividere uno spazio di circa 16 mq per le attività gestionali.
− Si ricorda, infine, che da circa quattro anni gli operatori delle UOPI attendono che venga
riconosciuta un’indennità specifica, a suo tempo promessa, ma mai istituita, nonostante a questa organizzazione sindacale risulti che i fondi economici a ciò destinati siano capienti in misura sufficiente a soddisfare questa esigenza.
Il COISP, in considerazione delle molteplici e rilevanti problematiche, chiede che venga
istituito, con ogni possibile urgenza, un tavolo di confronto con le Organizzazioni Sindacali,
in modo da porre immediato rimedio alle negazioni dei diritti dei Poliziotti impiegati
in questo settore così delicato.

In attesa di cortese, urgente riscontro, l’occasione è gradita per inviare i più Cordiali Saluti.

Il Segretario Generale del COISP
Domenico Pianese

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