Lapide commemorativa della strage di via Fani sfregiata, non semplice teppismo…

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COMUNICATO STAMPA DEL 21 FEBBRAIO 2018

Oggetto: Sfregio alla lapide commemorativa della strage di via Fani, il Coisp: “Questo non è teppismo ma odio puro verso le Forze dell’Ordine che ancora oggi contano feriti e morti per stare accanto ai cittadini sempre e comunque”.

“Non solo condanniamo pesantemente il gesto osceno commesso ai danni della lapide commemorativa della strage di via Fani e dunque contro coloro che hanno perso la vita nel periodo più tragico della nostra storia, ma esprimiamo tutta la nostra indignazione e preoccupazione per un gesto che non è semplice teppismo, ma testimonia il perdurare di un concreto odio verso le Forze dell’Ordine che si traduce, in diversi momenti storici, in chiare strategie di aggressione e violenza tutte tese a favorire disordine e prevaricazione sotto le mentite spoglie di convinzioni politiche che, in nessun caso, possono giustificare il disprezzo delle regole e della vita altrui.
E allo stesso tempo sentiamo, nostro malgrado, un senso di forte vergogna al pensiero di quale dolore questi gesti criminali provochino a vedove, orfani, genitori, fratelli, parenti, amici e in tutti quelli che hanno visto una persona amata immolarsi per lo Stato”.
Questo il commento di Domenico Pianese, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, alla notizia dello sfregio arrecato al monumento che ricorda i tragici eventi legati
alla morte di Aldo Moro. Una scritta “morte alle guardie” con due svastiche ai lati è stata infatti trovata sulla base di cemento della lapide in via Mario Fani a Roma, momentaneamente rimossa
per lavori di restauro in vista del quarantennale del sequestro dello statista, avvenuto il 16 marzo 1978, e dell’uccisione della sua scorta. Nell’agguato, passato alla storia come “strage di via Fani”, compiuto dalle Brigate Rosse, furono uccisi i 5 uomini della scorta (i Carabinieri Oreste Leonardi e Domenico Ricci ed i Poliziotti Francesco Zizzi, Giulio Rivera e Raffaele Iozzino) e fu sequestrato Moro, che venne ucciso dopo 55 giorni di prigionia.
“Nel giorno in cui delinquenti di infimo ordine si accaniscono contro la memoria dei nostri eroi e con essi di tutti gli appartenenti alle Forze dell’Ordine – aggiunge Pianese -, noi contiamo le nostre vittime quotidiane con una collega della Polfer accoltellata a Taranto e due colleghi della Stradale travolti da un tir nel Barese. E questo mentre ancora stavamo esprimendo solidarietà a tutti gli operatori della Sicurezza, vittime della bestiale violenza dei manifestanti di Piacenza, Bologna, Napoli. Continuiamo imperterriti a tener fede al nostro dovere, anche di fronte alla superficialità, al disprezzo, all’odio ed alla malafede di chi continua a non comprendere che noi abbiamo sempre svolto e continuiamo a svolgere il nostro lavoro al servizio di tutti,
e perché tutti possano conservare la propria libertà”.


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