lunedì 3 novembre 2014
LA STRUGGENTE LETTERA DI UN MARESCIALLO DEI CARABINIERI: PER MIO FIGLIO E PER LE VITTIME DELLA STRADA CHIEDO SOLO GIUSTIZIA
Sono il Luogotenente Massimiliano Massimi, Comandante della Stazione Carabinieri di Pescia, il padre di Massimo, uno splendido ragazzo di diciassette anni che mi è stato portato via improvvisamente nell’incidente stradale accaduto il 23 ottobre a Ponte Buggianese.
Tantissima gente ha portato l'ultimo saluto al diciassettenne morto in un incidente stradale avvenuto in una strada di campagna di Ponte Buggianese
Scusatemi sevi disturbo, ma seppure terribilmente provato dalla immensa tragedia che ha colpito profondamente la mia famiglia, sento la necessità di esprimere i nostri più sentiti ringraziamenti per l’affetto, la solidarietà, il corale amore, la partecipata vicinanza che parenti, amici di famiglia, amici di Massimo, concittadini pontigiani, dirigenti, insegnanti, compagni di scuola, istruttori e compagni di sport, rappresentanti e vertici delle Istituzioni Civili, Militari e Religiose, rappresentanti dell’Ordine Francescano Secolare e dell’Accademia Collegio dei Nobili, colleghi dell’Arma con le loro famiglie, di tutte le Forze di Polizia e dei Corpi dello Stato, delle associazioni combattentistiche d’Arma, delle associazioni di volontariato, ma soprattutto la immensa folla di gente di ogni ceto ed età provenienti da tutti i luoghi in cui ho prestato il mio servizio.
Grazie veramente a tutti di cuore. Per me e la mia famiglia è stato di gran conforto vedere tantissime persone stringerci così amorevolmente attorno.
Mio figlio Massimo, il PRINCIPINO, come affettuosamente lo chiamavano in famiglia, è riuscito a farci sentire il suo amore attraverso tutti voi.
Massimo era un bravo ragazzo, educato, intelligente, solare, sempre con quel suo sorriso, che mi rimarrà impresso nel cuore e nella memoria, che nel momento in cui lo rimproveravo per dei discorsi o atteggiamenti che non corrispondevano all’educazione che gli abbiamo impartito, lui mi spiazzava dicendomi: “papà sei antico”. Subito dopo mi spiegava, con la sua innata simpatia, che il mondo si era evoluto e che nella vita, qualche volta bisognava dare sfogo anche alle emozioni che si provavano in quel determinato momento, uscendo dai canoni rigidi che gli avevo imposto.
Non sono mai stato un grande appassionato di social network, al contrario di mio figlio, ma mi hanno detto che in questi giorni la sua pagina di facebook è inondata di messaggi di solidarietà, cordoglio ed affetto, ma anche di qualcuno che vuole vendetta.
No, questo non deve assolutamente avvenire. La vendetta è del Signore così recitano le sacre scritture. Io rappresentante dello Stato e della Legge, NON POSSO, NON DEBBO e NON VOGLIO vendetta, ma solo Giustizia.
Per mio figlio Massimo, come per tante altre innocenti vittime, io chiedo solo Giustizia. La sua giovane, ma intensa vita, non deve essere stata troncata invano. Mi batterò con tutte le mie forze, con il sostegno del mio Principino dal cielo, facendo appello a tutti coloro che conosco ed hanno la massima responsabilità legislativa ed esecutiva nella nostra Repubblica, perché legiferino senza perdere ulteriore tempo, l’ipotesi delittuosa dell’omicidio stradale.
In quasi trenta anni di onorata carriera, diverse volte, sono stato latore di notizie simili a quella che ho ricevuto io la serata del 23 ottobre. In queste indicibili circostanze ho sempre cercato di usare il massimo tatto, la pietas che in questi tragici momenti non solo è necessaria ma soprattutto doverosa.
Questo perché già nel 1995 la mia famiglia aveva subito un analogo evento a quello che ci ha colpito più recentemente. Il 09 giugno di quell’anno, il fratello di mia moglie. Maurizio POGGETTI di 29 anni, nel comune di Montecarlo, nei pressi della fattoria del Teso, c’era stato strappato anche lui inaspettatamente.
Da quel momento ho maturato dentro di me che in simili circostanze è necessario spogliarsi dell’autorità e mostrare il lato umano dello Stato.
Forse proprio per questo motivo, anche quando l’increscioso compito non mi riguardava direttamente perché non avvenuto nella mia sfera giurisdizionale, ma in quella immediatamente limitrofa ocomunque nell’ambito della Valdinievole, i miei colleghi mi hanno chiesto di coadiuvarli in questo arduo compito.
Anche nel momento della tragedia di Massimo, con mia moglie e mia figlia, abbiamo deciso tutti contemporaneamente di donare i suoi organi, perché quando apprendevamo di simili sciagure dai telegiornali, mentre magari stavamo cenando tutti e quattro insieme, commentavamo favorevolmente, specialmente Massimo, quel bellissimo gesto di solidarietà dei congiunti anche nell’estremo dolore.
Così ci è venuto spontaneo farlo e siamo riusciti nel nostro intento donando soltanto le sue cornee perché per gli altri organi non era più possibile. Vivremo nella consapevolezza che un altro essere umano potrà vedere attraverso gli splendidi occhi del nostro principino.
Alla messa del funerale di Massimo abbiamo richiesto esplicitamente, attraverso i celebranti, che le offerte raccolte fossero destinate alla Pubblica Assistenza Croce Oro di Ponte Buggianese.
L’intero ricavato di 2.013,79 euro è stato trasformato in un assegno bancario circolare, che nei prossimi giorni consegneremo ai responsabili di quella meritoria associazione, perché la utilizzino nella loro attività in ricordo di mio figlio.
Ora un ultimo pensiero lo voglio rivolgere alle popolazioni della Valdinievole, ed in particolare ai cittadini di Pescia e Uzzano.
Carissimi, in questi giorni sono lontano dal mio dovere, ma ci sono i miei collaboratori a cui vi potete tranquillamente rivolgere con la massima fiducia perché sono militari professionalmente capaci ed addestrati ad affrontare ogni situazione ed esigenza.
Come sempre, ed ora ancora di più, l’Arma di Pescia è a vostra completa disposizione. Pronta e solerte per rispondere a tutte le situazioni ed i bisogni della cittadinanza.
Io in questo momento devo continuare ad elaborare l’immenso dolore che mi ha colpito, devo essere vicino a mia moglie e a mia figlia e ai miei parenti, ma vi giuro solennemente che tra pochi giorni sarò nuovamente il Comandante della vostra Stazione Carabinieri.
Ve lo devo. Lo devo all’Arma dei Carabinieri che mi conferito questo bellissimo incarico. Lo devo soprattutto al mio principino che era, è e dovrà essere sempre orgoglioso di suo padre e del ruolo che svolge nella società .
Grazie ancora a tutti per l’effetto e l’amore che avete dimostrato a questo servitore dello Stato, alla sua famiglia, ma soprattutto a Massimo.