Intervento del Segretario Generale del COISP presso il Gruppo di valutatori dell’Anticorruzione del Consiglio Europeo (GRECO)

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Roma, 25 maggio 2023

Alla Cortese Attenzione
Gruppo di Stati contro la corruzione del Consiglio d’Europa (GRECO)

Oggetto: Intervento del Segretario Generale del COISP .

Onorevoli valutatori del Gruppo di Stati contro la corruzione del Consiglio d’Europa (GRECO), l’organizzazione sindacale della quale il sottoscritto è il segretario generale si batte da sempre per l’adozione di misure che consentano alla Polizia di Stato di assolvere alle proprie funzioni con maggiore speditezza e celerità, così da renderla ancor più efficiente e fedele al suo mandato nei confronti delle istituzioni e, soprattutto, della collettività.
Non a caso, tra le sue finalità, si prefigge proprio quella di “(…) promuovere la solidarietà, l’etica professionale, l’esaltazione della professionalità tra gli operatori della Polizia di Stato, la trasparenza e la cura del benessere del personale da parte dell’Amministrazione, la proiezione europea per omogeneizzare i trattamenti economici e normativi e la formazione del poliziotto europeo (…)”, assicurandosi che quotidianamente “(…) Tutte le attività comunque svolte dagli organi componenti le strutture del Sindacato (…) [siano] svolte nel sano principio dell’onestà, della lealtà, della chiarezza e senza privilegiare interessi personali (…)”.
Ad una riflessione così severa al suo interno non può che corrisponderne una approfondita sull’attività gestionale dell’Amministrazione della Pubblica Sicurezza – sia nei confronti dell’utenza interna (le donne e gli uomini della Polizia di Stato) che di quella esterna i cittadini – con la quale si rapporta quotidianamente, instaurando una dialettica costruttiva, finalizzata, non già ad una sterile contrapposizione fine a sé stessa, ma al miglioramento della performance, della qualità della vita dei suoi appartenenti e, attraverso di essi, della collettività.
Uno dei punti nevralgici su cui si incentra questo dialogo è proprio quello della prevenzione della corruzione, minaccia concreta al principio di legalità, alla democrazia e ai diritti umani nonché alla buona amministrazione, in armonia con le indicazioni previste dall’art. 97 della Carta Costituzionale.
In tal senso, questa organizzazione sindacale focalizza la propria attenzione e azione proprio sulle misure che l’Amministrazione adotta – o meno – per garantire la sua correttezza, trasparenza, l’uguaglianza sociale e di genere, la regolarità della competizione tanto al proprio interno quanto all’esterno, così da ottimizzarne il rendimento istituzionale, favorendo lo sviluppo economico del Paese.
Ringrazio, quindi, di aver fornito questa occasione per evidenziare alcuni vulnus che continuano da molti anni a frenare la crescita di questa istituzione e aumentano il rischio che episodi di corruttela possano trovare terreno fertile.
Prima di tutto sia consentita una riflessione in senso generale: deve essere prestata maggiore attenzione sia alla legislazione vigente in materia, con particolare riferimento alla legge 6 novembre 2012 n. 190, sia alle direttive dell’Autorità Nazionale Anti Corruzione (A.N.A.C.), che devono essere rese maggiormente vincolanti.

Gestione del personale

Il mancato coinvolgimento delle Organizzazioni Sindacali rappresentative a livello nazionale nelle procedure di assunzioni, nomine, promozioni e licenziamenti, attraverso organismi quali il Consiglio di Amministrazione, le Commissioni esaminatrici, i Consigli Provinciali e Centrali di Disciplina, i Consigli per le Ricompense per l’attribuzione di Lodi, Encomi e Promozioni per Merito Straordinario, in cui la presenza dei rappresentanti sindacali dei Poliziotti o è completamente esclusa (come nei primi due organismi) o è del tutto marginale (come nei rimanenti) non fa che privare l’Amministrazione di una equilibrata coscienza critica, connotandola di una eccessiva autoreferenzialità, presupposto oggettivo e anticamera della mancanza di trasparenza.
Con particolare riferimento alle Direzioni Centrali che si occupano delle citate materie, primo principio da far osservare è quello della rotazione c.d. “ordinaria” del personale all’interno dell’Amministrazione della Pubblica Sicurezza, specialmente nelle aree che la espongono a più elevato rischio di corruzione.

Procedimenti disciplinari e destituzioni (licenziamenti)

Questa Organizzazione Sindacale da tempo auspica un riassetto normativo della materia e una rivisitazione delle procedure, ancorate al d.P.R. 25 ottobre 1981, n. 737, le cui norme, oramai troppo datate, sono state riscritte in parte dalla giurisprudenza, con inevitabile e indebita commistione di poteri.
Le predette disposizioni non garantiscono a sufficienza la parità nei Collegi giudicanti dei Consigli Provinciali e Centrali di Disciplina, ove la compagine sindacale è in minoranza, tenuto conto che su cinque membri, tre vengono designati dall’Amministrazione e solo due dalle Organizzazioni Sindacali.
Sottolineiamo la mancata predisposizione di un codice etico che deve riguardare tutte le preposizioni funzionali all’interno dell’Amministrazione della Pubblica Sicurezza comprese le Organizzazioni Sindacali.

Pari opportunità e parità di genere.

All’Interno dell’Amministrazione della P.S. si sconta un ritardo storico, che è probabilmente ancora più acuto in altre Forze di Polizia, ma che richiede la dotazione di nuovi strumenti di confronto ed intervento che abbiano una efficacia sostanziale, infatti tutto si riduce ad un Comitato per le Pari Opportunità ed alle Commissioni territoriali, organismi che, oltre a prevedere rarefatti incontri, hanno solo funzioni proponenti e mai di effettiva innovazione nelle pratiche gestionali dell’Amministrazione.

Trasparenza nell’attività della Pubblica Amministrazione.

In molte circostanze si registra da parte delle articolazioni centrali e territoriali una tendenza ad opporre divieti di accesso agli atti che attengono le procedure di assunzione, mobilità all’interno della stessa
sede di servizio, incompatibilità, nomina e promozioni del personale appartenente ai ruoli dei Dirigenti e non della Polizia di Stato.

Misurazione della performance

Le modalità con le quali l’Amministrazione della Pubblica Sicurezza tenta di dare attuazione alle indicazioni del D. Lgs. 27 ottobre 2009 , n. 150, si riducono ad una mera compilazione di formulari, schemi, fornitura di dati e statistiche che si ripetono monotoni nel corso degli anni. Non prevedendo in alcun modo la partecipazione delle organizzazioni Sindacali rappresentative a livello nazionale, esse sono ben lontane da potersi ritenere “(…) metodi e strumenti idonei a misurare, valutare e premiare la performance individuale e quella organizzativa, secondo criteri strettamente connessi al soddisfacimento dell’interesse del destinatario dei servizi e degli interventi (…)” e non garantiscono, oltre che un reale controllo sul campo in grado di prevenire, riscontrare e sanzionare ritardi e inefficienze, la massima trasparenza sotto ogni profilo, con particolare riferimento a quello delle valutazioni della performance.

In considerazione di quanto evidenziato in modo costruttivo, si auspica il rapido avviamento di un processo di ammodernamento delle procedure che attengono alle relazioni sindacali, alle assunzioni, alle nomine, alle promozioni, alle pari opportunità e di genere, concretizzando sempre più una sostanziale trasparenza amministrativa nei confronti delle donne ed uomini della Polizia di Stato e di chi legittimamente li rappresenta.
Cordiali saluti.

Il Segretario Generale della Federazione COISP MOSAP
Domenico Pianese

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