Impiego del personale della polizia di stato presso enti o organismi internazionali . Esito riunione

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Nella mattinata di ieri giovedì 6 febbraio, a seguito di formale richiesta di questa Federazione COISP MOSAP dello scorso 23 gennaio, si Ë svolta presso il Dipartimento della P.S. una riunione per analizzare i contenuti della bozza di circolare che dovrebbe introdurre limiti temporali alla durata degli incarichi svolti dal personale della Polizia di Stato negli organismi internazionali e nelle rappresentanze diplomatiche.
L’Amministrazione, rappresentata dal Direttore dell’Ufficio Relazioni Sindacali Dott.ssa Maria De Bartolomeis, dal Direttore degli Affari Generali della DAGEP Dott. Massimo Castelli e dal Direttore del Servizio Sovrintendenti, Assistenti e Agenti Dott. Massimo Ucci, ha inizialmente rappresentato le motivazioni sottese alla bozza di provvedimento sottolineando la necessit‡ del vertice del Dipartimento della P.S. di normare la predetta attività negli ambiti citati.
La Federazione COISP MOSAP, nel proprio intervento, ha evidenziato molteplici tematiche che abbisognano di essere approfondite.
Dopo aver manifestato apprezzamento per la presa di consapevolezza da parte dell’Amministrazione che l’impiego dei poliziotti all’estero Ë una questione di interesse strategico prioritario e rilevante ai fini dello svolgimento dei compiti istituzionali, questa Federazione ha esposto che sono preoccupanti taluni aspetti della bozza di circolare predisposta dall’Amministrazione, a cominciare dall’assenza di una preventiva ed approfondita analisi di impatto, di una definizione strategica degli obiettivi dell’Amministrazione e dell’individuazione di percorsi professionali del personale della Polizia di Stato, che rischiano di impattare su diritti fondamentali del personale, sull’efficacia della gestione delle risorse e sul ruolo strategico della dimensione internazionale della Polizia di Stato.
Ancor più in particolare, questa Federazione COISP MOSAP ha sottolineato che le maggiori criticità del provvedimento in discussione attengono:
˗ al disallineamento temporale rispetto agli impieghi esteri concernenti gli esperti per la sicurezza e gli esperti antidroga nonché, ancor più preoccupante, la difformità temporale riferita alle altre Forze di polizia, con peculiare riferimento alla Guardia di Finanza;
˗ alla sostanziale preclusione, per gli appartenenti alla Polizia di Stato, di aspirare a posizioni estere di livello semi-apicale e apicale nell’ambito degli Enti e degli Organismi sovranazionali in relazione all’introduzione del limite massimo di 6 anni nell’arco dell’intera vita lavorativa per l’impiego presso enti o organismi internazionali.
La bozza di circolare – si Ë aggiunto – considera in maniera indifferenziata tutte le esperienze internazionali, indipendentemente dal fatto che l’esperienza pregressa fosse o meno richiesta dall’Amministrazione ovvero dall’appartenente nonché dal contesto estero di riferimento, comprensivo di: organismo o ente di inquadramento, difficoltà/peculiarità delle funzioni, Paese/luogo di destinazione, obiettivi raggiunti, tipologia di incarico. La stessa, inoltre, considera in maniera generalizzata situazioni ed esperienze spesso molto eterogenee, introducendo un criterio, quello dei sei anni nell’arco della vita lavorativa, che appare irragionevole, discriminante, lesivo della certezza e delle legittime aspettative soggettive del personale.
Viene introdotta tra l’altro – ha proseguito questa Federazione – una efficacia retroattiva sulle situazioni giuridiche (e quindi economiche) del personale, con effetti penalizzanti sui percorsi e sulla progressione di carriera, sul diritto al lavoro e alla famiglia, che colpirebbe il personale che spesso ha accettato pesanti sacrifici professionali e personali per poter svolgere questi incarichi all’estero, oggi penalizzati anche nel percorso di carriera futura.
La Federazione COISP MOSAP ha poi evidenziato quanto segue:
Assenza di criteri definiti e verificabili che giustificano siffatte limitazioni ai diritti degli appartenenti, previste da norme costituzionali e di rango primario. La bozza di circolare fa riferimento alla necessità di fronteggiare nuove e diversificate esigenze e pone l’accento sulla delicatezza dell’impiego all’estero, quando tali premesse, lungi dal richiedere una limitazione delle esperienze professionali del personale, renderebbero particolarmente importante valorizzare, strutturare e promuovere l’acquisizione delle più ampie competenze nei contesti internazionali, favorendo l’integrazione e la collaborazione degli esperti, a qualsiasi titolo operanti all’estero, con gli Uffici dell’Amministrazione competenti.
L’amministrazione afferma che la limitazione dei 6 anni risponderebbe alla necessità di favorire un non meglio definito criterio di rotazione, accorpando ipotesi di impiego estero assai differenti ma non considera, ad esempio, che la cessazione di un incarico presso un ente o organismo internazionale non prevede la sostituzione automatica e la riserva a favore di altro appartenente alla Polizia di Stato ma l’apertura di un bando aperto a tutti i candidati internazionali.
Il limite posto Ë incomprensibile se applicato in modo analogico alla figura dell’esperto per la sicurezza ed a quella dell’esperto operante presso enti o organismi internazionali. Queste ultime posizioni non consentono alcuna rotazione nell’incarico nell’ambito della Polizia di Stato, essendo l’assegnazione dell’incarico riservata esclusivamente agli organismi sovranazionali sulla base di criteri stringenti previsti dai rispettivi bandi di concorso. Infine, l’Amministrazione richiama il principio della trasparenza ma occorre chiarire quali siano i criteri
applicabili.
Preclusione all’accesso a posizioni internazionali apicali
A differenza degli incarichi come esperti (per la sicurezza, esperti antidroga o esperti immigrazione e, analogamente, esperti economico-finanziari della GdF, advisor dell’Arma dei Carabinieri), gli incarichi in ambito internazionale che vengono lasciati vacanti per effetto della limitazione dei 6 anni non verranno, come detto, automaticamente rimpiazzati da altro personale della Polizia di Stato.
Le organizzazioni internazionali privilegiano, in molti casi prevendendone l’obbligo, candidati con significative pregresse esperienze internazionali per ricoprire incarichi di rilievo, frequentemente pari ad almeno 5 anni. Il limite dei 6 anni, che l’Amministrazione vorrebbe statuire, preclude, di conseguenza e in maniera ingiustificata, al personale della Polizia di Stato di ambire alle posizioni apicali e semi-apicali. Delle due l’una: o il personale ha l’esperienza lavorativa pregressa prevista dal bando ma non potrà poi svolgere l’incarico poiché si troverebbe inevitabilmente a superare il limite dei 6 anni, ovvero il personale potrà ricoprire l’incarico ma, non avendo pregresse esperienze internazionali significative, non avr‡ i requisiti del partecipare alla selezione.
In questo modo l’Italia, il Dipartimento e la Polizia di Stato rischiano di perdere peso, rappresentanza e riconoscimento presso le organizzazioni internazionali, le istituzioni e le Agenzie UE, lasciando spazio a candidati di altri paesi o di altre Forze di polizia nazionali per le quali non esistono tali preclusioni.
Disallineamento temporale negli incarichi all’estero per le Forze di polizia
L’applicazione del criterio massimo di permanenza all’estero per 6 anni nell’arco della vita lavorativa dell’appartenete alla Polizia di Stato rappresenta un manifesto disallineamento rispetto alle previsioni applicate alle altre Forze di polizia.
Anche laddove la logica sottesa alla circolare fosse quella di ricercare una omogeneità nei limiti di permanenza della Polizia di Stato rispetto a quelli gi‡ previsti per gli esperti per la sicurezza e per gli esperti antidroga, si richiederebbe una ulteriore penalizzazione per la Polizia di Stato atteso che gli operatori delle altre Forze di polizia, al termine del mandato estero come esperto presso il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, potrebbero rientrare nelle rispettive amministrazioni ed essere nuovamente inviati, seppure a diverso titolo, all’estero.
Appare, in ogni caso, ingiustificato il divario tra la previsione dei 6 anni nella vita lavorativa che la circolare vorrebbe introdurre, rispetto alla normativa applicata alla Guardia di Finanza per il cui personale, con il Decreto Legislativo 19 marzo 2001, n. 68, Ë prevista una deroga alla ordinaria disciplina prevista dall’art. 168 del DPR
5 gennaio 1967 n. 18, pervenendo ad elevare il limite complessivo di permanenza all’estero a dodici anni.
Assenza di iniziative a livello nazionale di valorizzazione – Mancato utilizzo delle competenze al rientro in Italia
Non vengono specificate le azioni e le iniziative per permettere ai colleghi che dovessero essere eventualmente interessati dal limite di 6 anni di vedere valorizzate le competenze di carattere internazionale acquisite durante gli incarichi ricoperti.
Inoltre, sebbene nella bozza circolare si fa riferimento al beneficio per l’Amministrazione di giovarsi di personale con approfondite competenze internazionali, tale inciso non coglie il carattere del contesto internazionale che richiede un costante aggiornamento in relazione alla dinamicità dei contesti di riferimento in ambito securitario.
Pertanto, il personale, una volta rientrato, non potrà mai più aspirare ad ulteriori incarichi esteri, vedendo cosÏ depauperare nel tempo le specifiche professionalità e competenze acquisite nei contesti internazionali.
Penalizzazione competitiva nelle selezioni internazionali
Le organizzazioni internazionali (quali l’ONU, Europol, Interpol e UE), tendono a privilegiare candidati con esperienze internazionali pregresse e con una disponibilità di lungo periodo. La circolare, imponendo un limite di soli 6 anni, rende i candidati della Polizia di Stato meno appetibili con conseguente:
˗ Scarso interesse delle organizzazioni internazionali: la conoscenza che i candidati della Polizia di Stato potranno operare per un periodo limitato riduce l’interesse delle organizzazioni a selezionarli. Questo perché, comprensibilmente, preferiscono investire su personale che possa garantire continuità e un contributo stabile nel tempo.
˗ Effetti a lungo termine: la diminuzione del numero di italiani selezionati penalizzerà non solo il singolo appartenente, ma anche la Polizia di Stato e l’immagine dell’Italia come paese fornitore di expertise in ambito di sicurezza internazionale.
La Federazione COISP MOSAP al temine del proprio intervento ha proposto l’istituzione di una commissione interforze presso il Dipartimento della P.S. per predisporre un regolamento che riguardi tutte le Forze di Polizia interessate dell’impiego in organismi internazionali e rappresentanze diplomatiche, che successivamente dovrà essere sottoposto alle Organizzazioni Sindacali.
L’Amministrazione al termine dell’incontro ha rappresentato che saranno effettuate le necessarie riflessioni sulle argomentazioni e proposte dalla Federazione COISP MOSAP, assicurando che la bozza di circolare non sarà attuata fino alle nuove interlocuzioni.

Roma, 7 febbraio 2025

La Segreteria Nazionale della Federazione COISP MOSAP

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