Direzione Centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere.– Gestione improntata alla disparità di trattamento ed alla parzialità. Volo charter Tunisi del 20 ottobre 2020 – Esposizione al rischio degli appartenenti alla Polizia di Stato

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Roma, 26 ottobre 2020

AL SIGNOR CAPO DELLA POLIZIA
Direttore Generale della Pubblica Sicurezza
Prefetto Franco Gabrielli

OGGETTO: Direzione Centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere.–
Gestione improntata alla disparità di trattamento ed alla parzialità.
Volo charter Tunisi del 20 ottobre 2020 – Esposizione al rischio degli appartenenti
alla Polizia di Stato.

Preg.mo Signor Capo della Polizia,
in più occasioni siamo stati costretti a segnalare alla S.V. le disfunzioni gestionali che si susseguono presso la Direzione Centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere al fine di far cessare l’incomprensibile grave disparità di trattamento attuata da quest’ultimo nel disporre i servizi di scorta internazionali da parte del personale in servizio presso detta Direzione Centrale ove alcuni venivano obbligati in molteplici servizi di scorta internazionale che comportano compensi economici irrisori mentre altri riuscivano ad evitare tali servizi e a svolgere solamente quelle scorte caratterizzate da un considerevole guadagno.
Una nostra prima lettera del 7 novembre 2019, con la quale denunciavamo la messa in opera, da circa due anni, della citata disuguaglianza e la sua continuata inaccettabile attuazione nonostante i continui interventi della nostra Segreteria Provinciale di Roma, vedeva un Suo immediato interessamento testimoniato da una pronta risposta del Direttore dell’Ufficio per le Relazioni Sindacali in data 13 novembre.
Tuttavia, sebbene la suddetta Direzione Centrale aveva riconosciuto “una non perfetta distribuzione dei servizi di specie” ed aveva affermato che stava “provvedendo ad apportare alcuni correttivi”, di fatto la sperequazione da noi lamentata e per la quale Lei era intervenuto, continuava ad essere posta in essere, così costringendoci a chiedere nuovamente il Suo intervento con ulteriore lettera del 12 febbraio scorso.
Il giorno successivo, il Direttore Centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere emanava disposizioni volte a ridisciplinare i criteri per la designazione del personale da impiegare nei servizi in argomento … ma il risultato era che si proseguiva a garantire quei privilegi dal COISP fortemente denunciati.
Il 4 marzo di quest’anno, quindi, ci rivolgemmo alla S.V. ancora una volta.
In quell’occasione, nell’auspicare la Sua attenzione sul fatto che, presso la citata Direzione
Centrale, la resistenza di chi gode di sacche di privilegio continuava, e continua tutt’oggi, a trovare garanzie, Le rappresentammo che tempo prima, nel corso di un incontro tra la nostra Segreteria Provinciale di Roma ed il menzionato Direttore Centrale Massimo Bontempi, quest’ultimo ebbe ad affermare che c’era interesse esclusivo affinché i servizi di scorta venissero effettuati prescindendo dall’equa distribuzione degli stessi.
Ebbene, i recentissimi accadimenti portano a pensare che per chi ricopre il più alto incarico in seno alla Direzione Centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere, oltre che da una equa distribuzione dei servizi e dei relativi compensi economici, si possa tranquillamente prescindere anche dalla tutela della salute dei Poliziotti e dei cittadini, siano essi stranieri che non.
Lo scorso 20 ottobre, la richiamata Direzione Centrale ha predisposto un servizio di rimpatrio di cittadini tunisini a mezzo di volo charter con partenza dall’Aeroporto di Ronchi dei Legionari (GO) con destinazione Hammamet e scali intermedi presso gli aeroporti di Roma Fiumicino e Palermo Punta Raisi.
Al servizio in parola hanno preso parte Poliziotti appartenenti alle trentuno Questure coinvolte nell’attività di rimpatrio, oltre alla citata articolazione dipartimentale ed a vari Uffici territoriali della Polizia di Frontiera, per un totale di circa 100 operatori di polizia.
Due giorni dopo, il 22 ottobre, con una asettica comunicazione, la Direzione Centrale dell’Immigrazione portava a conoscenza gli Uffici coinvolti nella citata attività di rimpatrio che la Questura di Gorizia aveva comunicato la positività al tampone da infezione al COVID-19 di uno dei cittadini tunisini rimpatriati giorno 20.
Preg.mo Signor Capo della Polizia, riteniamo che sia necessario fare chiarezza su come possa essersi verificata una situazione di tale gravità nonostante i rigidi protocolli di riferimento puntualmente emanati dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza i quali prevedono che all’atto del rimpatrio lo straniero dovrebbe essere munito di un certificato che attesti l’esecuzione del tampone con l’accertata negatività.
La particolare tipologia del citato servizio, la durata dello stesso e l’utilizzo dell’aeromobile non consentono agli operatori di mantenere il distanziamento che risulta essere una delle forme principali di prevenzione dal contagio … e il Ministero della Salute – Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria, con circolare del 29 maggio u.s., nel definire il “Contatto stretto” (esposizione ad alto rischio) di un caso COVID-19 probabile o confermato, prescinde dall’utilizzo dei dispositivi di protezione personale allorquando si riferisce a viaggi in treno, aereo o altro mezzo di trasporto.
La positività di uno degli stranieri desta, pertanto, inevitabilmente preoccupazione nel personale che ha preso parte all’attività e negli Uffici di appartenenza degli stessi dislocati sull’ intero territorio nazionale.
È d’obbligo inoltre anche soffermarci sui locali ove vengono effettuate le audizioni con l’autorità consolare, ricavati presso lo scalo di Punta Raisi (Palermo). Secondo le informazioni giunte a questa O.S., detti locali non rispondono ai minimi standard di sicurezza per vetustà e conformazione.
Signor Capo della Polizia, il cittadino extracomunitario positivo COVID-19 non doveva trovarsi tra quelli rimpatriati lo scorso 20 ottobre e la Direzione Centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere non può prescindere dall’operare con senso pratico di giustizia ed equità così come non può prescindere dall’operare salvaguardando innanzitutto la salute dei Poliziotti.
Siamo certi della Sua ferma volontà di fare chiarezza su quanto accaduto così che non abbiano a ripetersi situazioni simili che mettono a grave rischio la salute dei nostri colleghi e di rimando delle loro famiglie … e così che, presso la citata Direzione Centrale cessino disfunzioni e parzialità gestionali che sottraggono serenità ai Poliziotti impegnati in tale delicato settore.
Certo della Sua attenzione le porgo i più cordiali saluti.
Con sincera e profonda stima,

Il Segretario Generale del COISP
Domenico Pianese

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