COISP ricorda Berardi Rosario, Maresciallo di Pubblica Sicurezza, assassinato dalle BR la mattina del 10 marzo 1978

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Berardi Rosario, Maresciallo di Pubblica Sicurezza

Venne assassinato la mattina del 10 marzo 1978 in Largo Belgio a Torino da un commando di terroristi appartenenti alle Brigate Rosse

Quel mattino tre uomini ed una donna, giunti a bordo di una autovettura Fiat 128 blu lo attendevano nei pressi della fermata del tram n°7 , dove il maresciallo stava attendendo di salire a bordo del mezzo pubblico e qui gli assassini lo raggiunsero, sparandogli alle spalle ; Berardi cadde e con un gesto disperato e istintivo cercò di coprirsi il volto, ma gli assassini fecero ancora fuoco mirando alla testa così che 4 proiettili lo raggiunsero al capo e alle braccia. Un uomo col mitra raggiunse i compagni e puntò la canna contro la gente terrorizzata e prima di andarsene afferrò il borsello del sottufficiale: dentro vi erano la Beretta cal. 9, i documenti, un’agenda e un foglio ciclostilato con i nomi e i numeri di telefono dei componenti l’ufficio politico della Questura di Torino. Fuggirono con la “128”. L’uccisione avvenne poco prima che iniziasse a Torino l’udienza del primo processo contro le Brigate Rosse. Per l’omicidio è usata la rivoltella “Nagant 7,62” russa con cui erano stati assassinati il Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Torino Fulvio Croce e il giornalista Carlo Casalegno.

Lasciò la moglie Filomena De Terlizzi e 5 figli: Rosa di 29 anni, Giovanni di 27, Bruno di 25 anni, Salvatore di 24 e Agata di 21 anni.

Il Maresciallo Rosario Berardi era entrato in Polizia nel marzo del 1948, dal 1970 fu in forza ai Servizi di polizia giudiziaria presso l’Ufficio politico della Questura di Torino. Fu poi comandante della squadra di polizia giudiziaria del nucleo dell’Antiterrorismo dal 1974 al 1976. Dal 31 luglio del 1976 divenne comandante dei nuclei dei Servizi di sicurezza. Infine da pochi mesi era stato trasferito a comandare il posto fisso di polizia a Porta Palazzo. Era stato protagonista di diverse azioni contro le Brigate Rosse, testimone al processo contro Zambon Sofia che aveva ospitato il nappista Zicchitella. partecipò alla scoperta del covo di Via Pianezza e arrestò Giuliano Naria.

Gli assassini vennero arrestati e condannati in successivi processi. A causa della loro dissociazione dalla lotta armata molti di loro sono ritornati liberi negli ultimi anni.

FONTE: www.cadutipolizia.it

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