COMUNICATO STAMPA DEL 19 SETTEMBRE 2013
Oggetto: Omicidio Raciti, ultras realizzano iniziativa benefica a favore di Speziale, indignazione del Coisp: “Chi dice che la solidarietà è scomparsa? L’importante è che il destinatario sia chi ha ucciso un Poliziotto, allora sì che ne vale la pena”!
“Chi dice che la solidarietà è scomparsa, specie in questi tempi di crisi? L’importante è che i gesti di generosità siano rivolti alle persone giuste, a chi davvero li merita… come per esempio a qualcuno che ha ammazzato un Poliziotto, allora sì che vale la pena impegnarsi! Quanto in basso può arrivare l’uomo… E noi possiamo solo sperare che un’intera famiglia in lutto, che non potrà mai davvero ritrovare il sorriso, quella di Filippo, non soffra della vergognosa notizia diffusa ieri…”.
Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, commenta così quanto reso noto ieri dai media da Catania, da dove si è appreso che tifoserie organizzate tedesche e svizzere hanno realizzato un’iniziativa a sostegno di Antonino Speziale, il tifoso del Catania condannato in via definitiva a 8 anni di reclusione per l’omicidio preterintenzionale dell’Ispettore di Polizia Filippo Raciti, avvenuto il 2 febbraio 2007 fuori dallo stadio Massimino durante il derby col Palermo.
Gli ultras hanno realizzato un calendario con le foto di curve e striscioni inneggianti a Speziale, ed il ricavato delle vendite, 600 euro, è stato inviato all’avvocato Giuseppe Lipera a sostegno delle spese legali per il tifoso condannato.
“Fare il nostro lavoro – aggiunge il Segretario del Coisp – è davvero difficile per tanti motivi, ma fra questi uno dei più pesanti da sopportare è certamente il fatto di misurarsi, troppo spesso, con l’assoluto capovolgimento dei principi e dei valori in base ai quali noi viviamo la nostra intera esistenza di Appartenenti alle Forze dell’Ordine. Trovarsi faccia a faccia con chi fa dell’illegalità il proprio stile di vita e per questo ci considera i propri nemici giurati è normale, è per questo che esistiamo. Ma confrontarsi con il cittadino comune che glorifica o ‘coccola’ chi infierisce su uomini e donne delle Forze dell’Ordine ‘colpevoli’ solo di trovarsi nelle strade, nelle piazze, negli stadi per fare il proprio dovere è aberrante, sconfortante, triste, profondamente ingiusto. Ad ogni piè sospinto assistiamo sempre più impietriti a episodi che manifestano gravissime ed intollerabili criminalizzazioni dei Tutori dell’Ordine ed alla contemporanea esaltazione di chi, in un modo o nell’altro, si è trovato ad aggredirli, a violare le leggi, a calpestare le regole del vivere civile.
Assistiamo sempre più spesso a dibattiti, a contorte discussioni, a iniziative di chi è sempre pronto a trovare giustificazioni, scappatoie, spiegazioni insostenibili a sostegno di chi delinque – purchè non indossi una divisa… -, non di rado creando miti ed eroi negativi, e di contro sentiamo ed avvertiamo sempre di meno il sostegno concreto e l’appoggio necessario a chi spende una vita al servizio dello Stato”.
“Noi – conclude Maccari – siamo tristemente avvezzi alla mancanza di considerazione, di rispetto, ed alla sottovalutazione delle nostre necessità, professionali e umane. Ma il vero oltraggio insopportabile è che le famiglie dei nostri colleghi che troppo hanno pagato debbano subire anche l’ennesima atrocità di vedere che non solo non ci si preoccupa di esprimere loro la giusta vicinanza, ma addirittura si sostiene che gli ha distrutto la vita”.
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