COMUNICATO STAMPA DEL 2 MARZO 2013
Oggetto: Roma, rapina a portavalori, il Coisp: “Terroristi a spasso e criminali in permesso premio per continuare a delinquere e Poliziotti in carcere per contestazioni colpose, questa è l’Italia!”
“Criminali fuori dal carcere in permesso premio e terroristi a spasso, tutti liberi di continuare a delinquere, e Poliziotti rinchiusi in carcere per eccesso colposo. Questa è l’Italia. Il destino ha voluto drammaticamente darci ragione in quello che diciamo, urliamo da settimane: il senso critico, oltre che la giustizia sostanziale, sembrano veramente difettare un po’ troppo in un sistema che, spesso, non fa esattamente il bene dei cittadini, ma ci pare quasi risponda piuttosto ad esigenze imposte dall’onda emotiva scatenata da campagne medianiche fuori misura. Ma tant’è. Ed ora, chiediamo noi, la responsabilità dei morti e dei feriti di Roma di chi è?”.
Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, commenta così la giornata di terrore che si è vissuta ieri a Roma, a causa della rapina al portavalori avvenuta davanti a una filiale della Banca di Sondrio. Drammatico il bilancio dell’assalto, conclusosi con un rapinatore morto, l’ex brigatista Giorgio Frau, ed un vigilantes gravemente ferito. Gli altri due criminali complici di Frau sono stati arrestati poco dopo: si tratta di Claudio Corradetti, detenuto per scontare una pena di 20 anni di reclusione, ma fuori dopo che il Tribunale di Sorveglianza dell’Aquila gli ha concesso un permesso premio di sei giorni, e di un altro pregiudicato romano.
“Ciò che si è verificato ieri non è certamente una novità – prosegue il Segretario del Coisp -. Quotidianamente ci troviamo di fronte a gente che continua quasi indisturbata a delinquere pur essendo già finita nelle maglie delle Forze di Polizia e della Giustizia. Tante, troppe volte ci imbattiamo in nostre vecchie conoscenze fuori per i più disparati motivi, i cavilli, i ritardi, le beghe burocratiche, e così via. Eppure si tratta di criminali che hanno scelto deliberatamente e lucidamente di delinquere, e che di norma non nutrono la minima remora a continuare a farlo, né il minimo senso di colpa. Eppure le loro biografie criminali, il loro stile di vita, la loro personalità ed il rischio che possano tornare a fare del male ai cittadini, non di rado soccombono nelle valutazioni dell’Autorità giudiziaria che, con l’evidenza schiacciante dei fatti di questi giorni, se la sentono di mandare per strada loro, ma non quattro Poliziotti che non hanno mai fatto del male a nessuno, che servono lo Stato da tempo, e che sono intervenuti perché la loro presenza si era resa necessaria trovandosi di fronte all’ennesima situazione delicata manifestatasi con una resistenza e una recalcitranza che non ci sono certo sconosciute e che spesso, in passato, sono costate ai Tutori dell’Ordine conseguenze nefaste”.
“Intanto – conclude Maccari -, nonostante anche la morte di un brigatista resti comunque un lutto grave, non possiamo che esprimere sollievo per il fatto che il coraggioso vigilantes intervenuto ne sia uscito salvo, anche se gravemente ferito, e non abbia indugiato nel pensiero che fare fuoco contro chi impugnava un’arma avrebbe potuto esporlo a conseguenze giudiziarie e magari farlo finire in carcere!
A lui facciamo i nostri auguri di una completa guarigione ed, intanto, aspettiamo con ansia che diano fiato alle bocche i nuovi spietati difensori della sicurezza degli italiani che hanno monopolizzato microfoni e siti in questi
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