L’ambizione non ha fine. Quale futuro per il Gen. Galitelli, il Prefetto Pansa, la Guardia di Finanza ed altri alti vertici.
L’uomo è ambizioso. Forse non tutti ma sembra che chi occupa la base della piramide del mondo lavorativo vuole migliorarsi da giovane e se non ci riesce preferisce andare in pensione quanto prima mentre i vertici non vogliono lasciare la poltrona ed al contrario anche in età avanzata ambiscono a sempre più importanti poltrone. La ricerca del potere sembra inarrestabile come se tutto nella vita è dato dall’apparire, dal riconoscimento sociale e dal potere che si acquisisce.
A leggere quanto scritto nell’articolo scritto da Stefano Vespa di Pamorama e riportato da FICIESSE, nostra fonte, il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Leonardo Galitelli ambirebbe a diventare consigliere del prossimo Presidente della Repubblica innescando un giro di poltrone ai vertici delle Istituzioni.
Panorama – 2 luglio 2014
IL RISIKO DEI MILITARI, PENSANDO AL QUIRINALE
Gallitelli, comandante dei Carabinieri, vuole essere il consigliere del prossimo presidente della Repubblica. Coinvolgendo Aisi e Polizia. Mentre si riparla di smilitarizzare la Guardia di finanza…
di Stefano Vespa
II progetto è ambizioso e in parte legato a eventi oggi non prevedibili con certezza. Ma Panorama sa che esiste e che ha come obiettivo finale il prossimo presidente della Repubblica e il suo staff. Un complesso incastro di poltrone che riguarda i vertici dei Carabinieri e, a cascata, quelli della Polizia e di una parte dei servizi segreti. Non è coinvolta la Guardia di finanza, scossa da inchieste giudiziarie e per la quale nel mondo politico si torna a parlare addirittura di smilitarizzazione.
Il futuro di Gallitelli. Il comandante dell’Arma dei carabinieri terminerà il suo mandato il 31 dicembre prossimo, dopo la proroga ottenuta un anno fa. Ma Leonardo Gallitelli, 66 anni appena compiuti, non vuole andare in pensione bensì essere il consigliere militare del prossimo presidente della Repubblica. L’elemento imprevedibile riguarda il momento in cui Giorgio Napolitano deciderà di dimettersi e, inoltre, solo gli accordi dell’ultimo momento indicheranno chi davvero gli succederà. Una donna? Nelle ultime settimane il nome di Roberta Pinotti, ministro della Difesa, è stato fatto più volte: lei ha sempre smentito ridendo, ma è su di lei che molti starebbero puntando, a cominciare dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e dallo stessoGallitelli. Per arrivare al Quirinale, il generale deve restare in servizio e dunque occupare una poltrona diversa dal vertice dell’Arma prima che scada il suo mandato. Ecco il primo incastro: lui vorrebbe che gli succedesse il generale Arturo Esposito, oggi direttore dell’Aisi, l’intelligence interna. Esposito compirà 65 anni il 19 agosto e la legge non gli consente di ottenere un ruolo di vertice in una forza armata dopo quell’età. Dunque, prima del 19 agosto Esposito potrebbe andare al vertice dell’Arma mentre Gallitelli, alla ricerca di un incarico pluriennale, potrebbe puntare contestualmente al vertice del Dis, il dipartimento che coordina i servizi segreti., Nel frattempo, Pinotti ha appena nominato come proprio capo di gabinetto il generale Tullio Del Sette, 63 anni, primo carabiniere su quella poltrona, che sembrava uno dei papabili al vertice dell’Arma e e che è stato sostituito come vicecomandante da Ugo Zottin.
Il trasloco di Pansa. In questo complicato risiko, all’Aisi potrebbe andare l’attuale capo della Polizia. Alessandro Pansa, 63 anni e da un anno al vertice, è alle prese con una base turbolenta: i poliziotti lamentano pochi soldi, pochi mezzi e il fatto di essere ormai identificati tutti come picchiatori dopo inchieste e condanne che hanno riguardato alcuni di loro. Pansa probabilmente si è pentito di aver definito «cretino» l’agente che calpestò una ragazza durante gli incidenti di Roma dell’aprile scorso. È stata una critica giusta, ma un termine diverso non avrebbe innervosito la base. Dopo mesi di attacchi politici e mediatici al settore della Difesa e delle forze dell’ordine, il governo ha capito che doveva intervenire per evitare il peggio. Ecco dunque che il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, il 18 giugno nel question time alla Camera ha ribadito l’eliminazione di duplicazioni e un migliore coordinamento confermando lo stanziamento di 700 milioni per le forze di polizia e una riduzione del blocco del turnover che consentirà 2.600 assunzioni di poliziotti, carabinieri e finanzieri nel 2014.
Le altre ipotesi. Gli scenari potrebbero subire dei cambiamenti. Fatto il cambio all’Arma, secondo alcuni Gallitelli potrebbe andare subito al Quirinale, creando però un duopolio inedito e difficile da gestire con l’attuale consigliere militare, il generale Rolando Mosca Moschini, in attesa del successore di Napolitano. L’altra ipotesi è quella di una seconda e ultima proroga di sei mesi che il governo potrebbe concedere a Gallitelli, che resterebbe comandante dei Carabinieri fino al giugno 2015. In questo caso, i giochi slitterebbero a un periodo in cui le intenzioni di Napolitano potrebbero essere più chiare, salvo che Esposito resterebbe dov’è e, quindi, anche Pansa. Ciò significherebbe, però, che il governo entro poche settimane dovrebbe garantire a Gallitelli una proroga che scatterebbe solo a gennaio.
Intanto la Finanza…
Le inchieste che riguardano il comandante in seconda, generale Vito Bardi, e un importante generale in pensione come Emilio Spaziante hanno stravolto le Fiamme gialle. Gli stessi finanzieri indagano sui loro colleghi e al comandante, generale Saverio Capolupo, arrivano attestati di fiducia: solo negli ultimi giorni, da Napolitano, Pier Carlo Padoan, ministro dell’Economia, e Marco Minniti, sottosegretario ai servizi. Eppure all’orizzonte le nubi non sono finite: in Parlamento si torna a parlare di smilitarizzare la Finanza, progetto più volte abortito negli ultimi anni e tornato di attualità durante il governo Monti. Significherebbe, in sintesi, spostare alcune decine di migliaia di uomini all’Agenzia delle entrate e ridurre il corpo a semplice polizia tributaria. Una rivoluzione di cui si parla ancora sottovoce, anche se molto potrebbe dipendere da eventuali, ulteriori, sviluppi giudiziari.
By donnemanagerdinapoliit on 27 giugno 2014
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