COISP, CIE CARA CDA Gradisca d’Isonzo prigione per poliziotti!

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Roma, 18 agosto 2013

MINISTERO DELL'INTERNO

DIPARTIMENTO DELLA P.S.

UFFICIO PER LE RELAZIONI SINDACALI

00184 ROMA

OGGETTO: CIE CARA CDA Gradisca d'Isonzo è diventato una prigione per i poliziotti! Richiesta intervento urgente.

Quanto è accaduto e sta accadendo in questi giorni al C.I.E. di Gradisca d'Isonzo conferma, ancora una volta, la volontà di scaricare sulle spalle dei poliziotti italiani le inefficienze causate dall'assenza anche di quel minimo vitale di necessaria programmazione ed organizzazione, indispensabile per qualsiasi tipo di servizio di sicurezza pubblica.

La struttura di Gradisca d'Isonzo, che già ospitava un C.A.R.A. ed un C.I.E. è stata, per decreto, ulteriormente "gratificata" dall'istituzione di un C.D.A. (Centro di accoglienza) a cui vengono fatti affluire parte delle centinaia di immigrati che sbarcano sulle coste italiane.

Per soddisfare questo incremento numerico (nell'ordine di centinaia di persone) non è stato previsto alcun adeguamento nel numero del personale ad esso adibito, il quale si trova a fronteggiare ogni sorta di emergenza in evidente inferiorità numerica. Ciò si traduce in uno continuo adeguamento delle "regole" ai desideri e volontà degli ospiti i quali, ovviamente, trovano la solidarietà immediata di singoli esponenti politici a caccia di visibilità mediatica anche quando "gli ospiti" aggrediscono, tentano la fuga, distruggono locali, usano le suppellettili come armi e così via.

I poliziotti e le forze di sicurezza impiegate presso i centri che gestiscono a vario titolo l'immigrazione in Italia, si trovano, loro si, indifesi dinanzi ad ogni sorta di vessazione ed accuse di utilizzo della forza, terreno fertile per le ormai usuali condanne mediatiche a prescindere dai fatti o per zelanti magistrati i quali, a distanza di mesi, decideranno da dietro una scrivania quale sarebbe stata la migliore risposta da dare dinanzi al lancio di urina, spranghe, devastazioni, incendi eccetera.

L'esempio del CIE/CARA/CDA di Gorizia è emblematico di quanto l'assenza di programmazione sia fatta ricadere sulle spalle dei colleghi che si trovano, giocoforza a dovere lavorare in condizioni disastrose in uno perenne stato di emergenza, come più volte denunciate dal Coisp che ha, da solo e per primo e più volte, visitato ogni Centro per l'immigrazione italiano.

Questa Segreteria Nazionale pretende che la salvaguardia dell'incolumità fisica e giuridica degli operatori di Polizia sia garantita con azioni concrete che questo Dipartimento deve decidere e mettere in pratica da oggi.

Le continue aggressioni, fisiche e mediatiche, a cui è sottoposta la Polizia di Stato anche nei Centri dell'immigrazione, devono trovare un'immediata risposta di codesto Dipartimento nei fatti, non solo a difesa dei propri uomini e donne che da soli e da anni sopperiscono con la propria professionalità ad ogni sorta di lacuna organizzativa e logistica, ma soprattutto per ristabilire con chiarezza ruoli e funzioni delle diverse componenti che agiscono nei Centri stessi.

Si attende cortese urgentissimo riscontro alla presente.

Cordiali Saluti

La Segreteria Nazionale del COISP

 

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